Un ingegnere, vittorio matarazzo di 51 anni, è stato ucciso a coltellate ieri sera davanti a casa sua in viale Maria Cristina di Savoia, nel quartiere Chiaia di Napoli; l'uomo, a quanto sembra, è stato prima aggredito e poi colpito con una serie di coltellate da una sola persona (e non cinque, come inizialmente ipotizzato dagli inquirenti), fino al fendente fatale che gli ha reciso la carotide.
Le prime ricostruzioni
Secondo le prime ricostruzioni, l'assassino avrebbe citofonato all'ingegnere, il quale evidentemente si è fidato subito, dato che è immediatamente sceso per essere subito aggredito appena varcato il portone del suo palazzo.
Sin da subito, la questura sta puntando ai dissidi familiari come possibile movente dell'omicidio: da tempo, infatti, Matarazzo aveva dei forti contrasti con alcuni parenti, legati alla morte del padre e all'eredità. Addirittura, lui aveva denunciato alcuni suoi familiari alla Procura e pare che nutrisse persino dei sospetti circa le reali cause della morte del genitore.
Una famiglia nota a Napoli
La ricostruzione degli inquirenti si basa sulle testimonianze dei familiari: qualcuno, in serata, avrebbe citofonato a Matarazzo invitandolo a scendere per riferirgli qualcosa. L'ingegnere, che evidentemente conosceva il misterioso interlocutore e si fidava, è sceso subito. Poi non si sa cosa sia effettivamente accaduto: forse Matarazzo ha avuto un diverbio con il suo assassino, che ha iniziato a colpirlo con una rabbia cieca a suon di calci e pugni, finchè non ha tirato fuori un coltello e lo ha ucciso.
Anche se gli inquirenti non escludono alcuna pista, propendono per quella personale e familiare, ma non scartano neppure l'ipotesi della rapina finita male. Matarazzo apparteneva ad una famiglia di professionisti molto noti in città e il suo omicidio ha creato un certo sgomento in quella che viene definita la "Napoli bene": alcuni familiari, abitanti anche loro nello stesso stabile, sono stati ascoltati in Questura, mentre si sta controllando per vedere se sul posto dell'omicidio ci siano dei sistemi di videosorveglianza che possano aver ripreso la tragedia. All'ora del delitto a Napoli non c'era nessuno in strada e questo porta a pensare che l'assassino abbia pianificato tutto sapendo quando e come colpire.