Mobilitarsi è la risposta più onesta che si possa dare al crimine. Gli episodi generati nelle recenti settimane dalle baby gang del territorio napoletano stanno destando preoccupazioni nella cittadinanza partenopea.

Ed è per questo motivo che, al grido di "Basta Violenza! Gaetano siamo con te", gli studenti del collettivo dell'Istituto Galileo Ferraris di Scampia hanno organizzato una manifestazione per il prossimo 17 gennaio. Si muoveranno dalla metropolitana di Scampia-Piscinola intorno alle ore nove per marciare verso la metropolitana di Chiaiano-Marianella dove lo scorso 12 gennaio è stato aggredito un quindicenne di nome Gaetano.

Gaetano era arrivato con alcuni amici alla stazione di Chiaiano nella prima serata. Era in attesa di salire su un autobus che lo avrebbe condotto a casa, a Melito, quando è stato molestato da un gruppo di coetanei che, sfidandolo con le parole, lo hanno accerchiato e riempito di botte. Nello sgomento e nell'indifferenza dei presenti, il ragazzo ha subito un pestaggio violento che gli è costato l'asportazione della milza.

Poco meno di un mese è passato invece dall'aggressione subita da Arturo nel centro storico di Napoli. Oggi il diciassettenne di via Foria è tornato a scuola dopo essere stato accoltellato alla gola e in altre parti del corpo da un gruppo di coetanei.

Gli studenti si organizzano per dare un segnale forte

In una realtà dove gli adulti sembrano non essere in grado di proteggere i loro figli, gli adolescenti del territorio napoletano comprendono che è importante rimboccarsi le maniche e scendere in strada a protestare.

"Gaetano, come Arturo, è stato vittima di una violenza inaudita - affermano gli studenti del collettivo Ferraris - poteva essere un tuo amico, un tuo parente.

Potevi essere tu. Non possiamo restare indifferenti alle violenze. Questo è il momento di partecipare ad un grande corteo che coinvolga studenti, docenti, persone del quartiere. La solidarietà è un'arma molto potente".

Un disagio crescente che emerge da radici del passato

La delinquenza è la Dea che attira di coloro che non hanno nulla e che non sognano una vita onesta.

Nel sud Italia la disoccupazione ha ormai raggiunto dati altissimi e la società in cui vivono gli adulti del domani è in grado di fornire poche alternative a coloro che sono attirati da una vita criminale. La dispersione scolastica che affligge la provincia di Napoli è soltanto la punta di un Icerberg che pare indistruttibile dalla forza della cultura. I ragazzi che si allontanano dalla società civile tendono a passare le loro giornate per strada, a trascorrere il loro tempo nella svogliatezza e nell'attesa di migliorare la propria aspettativa di vita con il raggiungimento di un ruolo criminale. Essere un criminale è, infatti, per alcuni giovani napoletani, una massima aspirazione da raggiungere, un motivo di vanto.

Le baby gang che passeggiano per le strade di Napoli e provincia sono in continuo aumento e sembrano formarsi con lo scopo di farsi notare dai potenti criminali della zona per poter essere così "reclutati" nell'esercito della malavita. Le apparenti aggressioni immotivate ai danni di cittadini incensurati sarebbero quindi dei "riti di iniziazione" compiuti con lo scopo di acquisire prestigio e valore agli occhi di coloro che questi ragazzi vedono come "datori di lavoro". Ci troviamo davanti a un problema sociale e culturale che ha radici ben profonde, radicate nel passato ma che oggi tende ad espandersi in maniera angosciante.