A volte le migliori soluzioni si trovano aportata di mano, addirittura si riesce a reperirle rovistando tra i cassetti dicasa. Questa volta un rimedio all' attuale stato di tendenza al "default" per leitaliche casse lo scopriamo sugli scaffali della biblioteca nazionale.

Dai polverosi annali nei quali vengonopuntualmente archiviate le leggi prodotte dal Parlamento abbiamo scoperto inItalia l'esistenza di una legge, approvata con tutti i crismi e regolarmentepubblicata in G.U. che da anni giace inapplicata, perché probabilmente e ingiustamentetemuta da buona parte degli addetti ai lavori che fanno a gara per ignorarla ecalpestarla.

Si tratta della, a dir vero poco famosa, Legge n. 262 del 28dicembre 2005.

L'Art. 19 comma 10, di questa leggesostanzialmente occultata recita testuale "Con regolamento da adottare ai sensidell'articolo 17 della legge 23 agosto 1988, n. 400, è ridefinito l'assettoproprietario della Banca d'Italia, e sono disciplinate le modalità ditrasferimento, entro tre anni dalla data di entrata in vigore della presentelegge, delle quote di partecipazione al capitale della Banca d'Italia inpossesso di soggetti diversi dallo Stato o da altri enti pubblici".

Al termine della lettura del comma appareevidente come la semplice messa in pratica di questa "leggina" consentirebbeallo Stato italiano di recuperare immediatamente la sua Sovranità monetaria econ essa, in riferimento all'art 1 dellaCostituzione, di riottenere il completo controllo e possesso della Banca d'Italia e della suamoneta nazionale, di essere debitore verso la sua banca centrale come lo sono atutti gli effetti Giappone e Cina.

Ergo di garantire un un "Reddito di cittadinanza" senza crearedebiti verso paesi terzi.

L'applicazionedi questa legge magari prima che i politici, come è già stato in parte attuatodall'ex presidente Prodi, possano modificare l'art 3 dello Statuto diBankitalia che prevedendo la maggioranza delle quote in mano allo Stato,modificherebbe lo status quo tutelando l'interesse dei banchieri e non quellodei cittadini.

Persostenere questa proposta è stato predisposta una petizione che tutti icittadini possono sottoscrivere sul sito Avaaz.