Per isalernitani questa è una domenica speciale ed è stato dolce il risveglio. Migliaiadi Bersaglieri allietano, con canti e suoni, le strade di Salerno in festa.
Li ho vistisfilare in via Poseidonia tra ali di folla festante ai bordi dei marciapiedi esui balconi. Battevano lemani incessantemente a ogni gruppo che passava, in uno scambio di sorrisi.
Dai palidelle luci e dai balconi sventolavano le bandiere mosse da una leggera brezzadi marina.
Per ore etanti chilometri hanno sfilato gruppi di Bersaglieri, di ogni zona e città d'Italia.Ognuno con la sua divisa, il suo gonfalone, ma con un'unica bandiera, in tantefogge, e un unificante cappello nero con piume svolazzanti allegramente alvento.
Bersaglieriin bicicletta a passo d'uomo, gruppi in marcia festanti, e tante bande che congioia si donavano alla folla suonando motivi antichi e familiari, capaci dirisvegliare ricordi. Il suono delle fanfare, l'eco dei passi si rincorrevano inun'atmosfera festante, coinvolgente, felice.
La genteapplaudiva senza sosta, quasi per dire un grazie di cuore, per ricambiare tantaspontanea simpatia.
Non avevomai visto Salerno in festa così, in un'atmosfera scanzonata di eterea evasioneda una realtà difficile.
Forse inqualcuno ancora aleggiava il ricordo di guerre e lutti, ma il significato e lospirito era di una grande festa che accomuna un popolo fatto di tante identitàe realtà, tutte diverse.
Le lunghebandiere tricolori che correvano tra la folla rappresentavano quest'unità dipopolo, l'anima vera di una città accogliente, l'anima vera di una nazioneancora giovane.
Li ho vistimarciare i Bersaglieri e mi sono detto, fin quando c'è gente capace di donarsi,di emozionarsi, di stare unita intorno a degli ideali, a una bandiera, l'Italianon morrà.