Curarsi con l'affetto degli animali si può. Ce lo insegna Portos, cucciolo di cane che grazie ad un incontro al giorno per due settimane con la sua padroncina è riuscito a farla guarire da una grave forma di depressione. La bambina di dieci anni, ricoverata nel reparto di Terapia Intensiva Pediatrica (TIP) del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, era stata colpita da mielite post-infettiva e da una forma di tetraplegia.

La piccola paziente non riusciva a reagire alla fisioterapia a causa della profonda depressione post-traumatica.

Oggi la bambina sta bene ed è tornata a casa, ma il lieto fine è arrivato innanzitutto grazie all'iniziativa dell'equipe medica guidata dal dottor Giorgio Conti, che con il permesso della direzione sanitaria ed il consenso dei genitori ha fatto entrare in reparto Portos, il cucciolo della bambina, dopo ogni seduta di fisioterapia.

"La bimba si era chiusa in un mutismo acinetico e non riusciva ad essere molto collaborativa in fisioterapia ma ha reagito già al primo incontro", racconta il dottor Conti, "è stato così possibile staccarla dal ventilatore meccanico e iniziare a fare sessioni di fisioterapia più intensa". Per questi ottimi riscontri ottenuti si punta a "riproporre questo trattamento integrato anche per altri piccoli pazienti", conclude il dottor Conti.

Questo è il primo caso di pet therapy utilizzato in un reparto di Terapia Intensiva Pediatrica nel Lazio dal 2002, quando tale terapia è stata legislativamente riconosciuta in Italia. Oggi è utilizzata in concomitanza a cure specifiche per far fronte a malattie neurologiche, disturbi di tipo psicologico ed anche in casi di disordine dello sviluppo, soprattutto per rendere i pazienti reticenti più collaborativi nei confronti dei medici e delle cure a cui si devono sottoporre.

Sono molti gli animali che permettono l'utilizzo della pet therapy, oltre ai cani hanno dato eccellenti risultati anche i cavalli, gli asini i delfini ed ultimamente sono risultati efficaci anche altri animali da fattoria.