Con una precisa quanto determinata e circostanziata lettera inviata a tutti gli aderenti, i responsabili dell'Esercito di Silvio affilano le armi in vista delle possibili e imminenti elezioni politiche.

Dall'esame della missiva nella quale si dà ampia conferma della legittimazione da parte dell'ex presidente del Consiglio nei riguardi dell'organismo nato e sviluppatosi spontaneamente, tra le altre cose si legge chiaramente come gli iscritti saranno chiamati a svolgere un compito delicatissimo.

L'obiettivo è quello di trovare e formare sui circa 8000 comuni italiani i candidati che nei vari seggi riceveranno il compito di rappresentare e difendere il voto dei moderati e del centro destra italiano.

L'iniziativa mira sostanzialmente a modificare lo "status quo" del cosiddetto "partito di plastica" che tecnicamente intende utilizzare metodologie più vicine ai partiti strutturati sul territorio. E' evidente come Berlusconi intenda puntare sulla carta che vede due step iniziali: staccare la spina al governo Letta e provocare la crisi di governo.

Se come sembra non esistessero alternative (il Movimento 5 Stelle rifiuta gli accordi col PD) allora il presidente Napolitano dovrà prenderne atto e rimandare tutti a casa. Nel messaggio che la grandissima lista di iscritti all'Esercito di Silvio ha ricevuto, si legge tra le altre cose come "il compito che ci ha assegnato il presidente Berlusconi sia quello di saper affrontare le difficoltà e superarle". 

La scoperta di questa "mossa segreta" che avrebbe dovuto rimanere nell'incognita la dice abbastanza lunga sugli umori del PDL i cui esponenti sembrano decisi più che mai a tentare la sortita delle nuove elezioni per uscire dall'assedio stesso in cui Berlusconi si trova, dopo la condanna della Cassazione che ha ribadito il verdetto dei precedenti gradi di giudizio.

Se cinque indizi fanno una prova, quello appena rilevato (dopo il comizio pubblico, l'affissione dei manifesti giganti in tutt'Italia e la non volontà di chiedere grazie o pene alternative) è sicuramente ancor più pesante e annuncia come ormai nessuno nel centro-destra possa illudersi che il governo delle larghe intese trovi ulteriori spazi per procedere nella sua opera.

Eppure, secondo il giudizio di alcuni politologi, sarebbero bastati alcuni segnali da parte del Partito Democratico (come gli spiragli sostenuti da Violante, tra i pochi a sostenere il diritto del cavaliere a difendersi), in vista del dibattito in Commissione sulla decadenza come parlamentare do Berlusconi, perché la sfida rientrasse negli ambiti di una trattativa pacifica. 

Ora la corda pare essersi veramente tesa e c'é già chi sta affilando le armi per scendere in campo alla volta di una nuova, imminente, tornata elettorale.