IlSegretario di Stato, John Kerry, ha firmato per gli Stati Uniti iltrattato ATT - Arms Trade Treaty - che intende limitare e combattere il commercio illegale diarmi convenzionali, rendendo il mondo più sicuro.

Il commercio legale di armi, che riguarda sial'importazione che l'esportazione, ha un valore economico di 70miliardi di dollari all'anno. Elicotteri d'attacco, carri armati e armi pesanti, così come armi leggere e munizioni, sonotutte coperte da questo trattato. Secondo le regole stabilite neldocumento, agli stati aderenti viene chiesto di determinare e verificare se l'inviodi armi ad un altro stato verrà usato per commettere atrocità o perviolare i diritti umani, o se potrebbero essere dirottate per taliscopi, e devono relazionare il Segretario dell'ONU sulle loro conclusioni.

Il testo del trattato era stato approvato in sededi assemblea generale ONU il 2 aprile del 2013, con il solo votocontrario di Siria, Iran e Corea del Nord. Le sottoscrizioni si sonoaperte il 3 giugno 2013 e 67 paesi, fra cui i più forti produttori diarmi - Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Brasile - hannoimmediatamente aderito. Stati Uniti e Sud Africa hanno firmato il 25settembre 2013, e alla data odierna i firmatari sono in tutto 113.Fra i grandi mancano ancora all'appello Russia, Cina, India eIsraele.

Il passo successivo alla firma è la ratifica deltrattato da parte dei singoli governi con il deposito presso l'ONUdell'atto di ratifica. Questo passo condiziona l'entrata in vigoreeffettiva del trattato, 90 giorni dopo la 50ma ratifica.

Per orasiamo ancora distanti, visto che dei 113 firmatari solo 7 hannodepositato la ratifica.

Negli Stati Uniti, il paese che per peso politicoe leadership nel settore degli armamenti può aggregare il consensodi una gran parte degli altri paesi che hanno approvato il trattato,la firma è stata sollecitata al presidente Obama da diversecoalizioni di attivisti che vanno dai movimenti evangelici aipromotori del controllo delle armi.

Ma la ratifica, per passare in Senato, ha bisogno del voto qualificato dei due terzidei suoi membri. E la NRA – National Rifle Association, che nonvuole nessun controllo sulle armi, né diretto né indiretto, ha giàscritto ai senatori, soprattutto del Partito Repubblicano, piùsensibili al richiamo e al condizionamento della potentissima lobby, per votare contro.

E l'Italia? Personalmente penso che sia percultura che per la nostra tradizione di militanza attiva e convintain favore della pace, non ci siano problemi per la ratifica. Bastasolo che ci sia un governo in carica e funzionante e che si trovi il tempodi presentare la proposta di ratifica.