Si staconsumando nelle ultime ore un dramma che ormai si ripete con assurda eimpietosa costanza, quasi quotidiana. Le immagini che ci giungono da Lampedusa delledecine e decine di corpi senza vita e dei migranti sopravvissuti provenientidalle coste africane, raccontano tutto il dolore, lo strazio e la vergogna diuna strage umana che pare non aver fine.

Decine e decine di soccorritori uomini e donne,volontari lampedusani e di altre regioni italiane, si "dannano" per aiutare idisperati scampati al naufragio e raccolgono i corpi di chi non ce l'ha fatta,mentre da più parti giungono le note e i commenti di circostanza, che fanno ipocritamentee strumentalmente da sfondo all'analisi di un altro assurdo eccidio diimmigrati.

Papa Francesco ha utilizzato un solo termine per sintetizzare quantoaccaduto: "vergogna". Già, la vergogna, da cui sono esenti solo gli ammirevolie encomiabili abitanti di Lampedusa che sono costretti da tempo a convivere e aportare nel loro viver quotidiano un dramma esistenziale che è diventato ungrido di dolore e un urlo di rabbia che giungono, sordi, a chi dovrebbeconcretamente intervenire.

Alleistituzioni e ai nostri governanti, incapaci di gestire e intervenire, inmaniera incisiva, per arginare una problematica che ha dimensioni, portate ericadute di rilievo nazionale ed europeo. Un Paese, il nostro, che è stato persecoli la "culla del Mediterraneo" e che da anni è solo "una porta sfondata sulMediterraneo".

Un'Italia che naviga da tempo in una crisi economica già di persé grave e tempestosa, come può da sola affrontare i flussi di migrantidisperati e in fuga dalle loro terre, che si riversano di continuo lungo leproprie coste? E non è solo questione di una legge efficace sull'immigrazione,di espulsioni mai applicate ove previste, o di centri di prima accoglienza, chesono in realtà i lager del nuovo Secolo e una vergogna nazionale.

L'UE di cuisiamo membri e parte integrante, non può pretendere dall' Italia solo ilrispetto dei parametri economico-finanziari e di bilancio stabiliti aMastricht.

Ma sta all'Italia battere i pugni sui tavoli diun vertice europeo che affronti una volta e per tutte una questione che ha unavalenza e dei contraccolpi su scala internazionale.

Che lo vogliano o meno inostri partners comunitari. E che la smettano di essere indifferenti dinanzi aun tale dramma umanitario, di rimbalzarlo o di respingerlo come fa spesso Maltache pure è nel Mediterraneo, che pure è nella UE, ma che se ne lava le manidinanzi ai barconi che si avvicinano alle sue coste. E' ora di finirla diessere accomodanti e compiacenti con i governi di quei Paesi che ignorano idisperati in fuga e colludono con i loro scafisti carnefici. Perché altrimentipotremmo lavarci le mani del sangue che arriva dal mare, ma non potremmochiudere gli occhi e le orecchie dinanzi alla vergogna e all'ipocrisia che gravanosulla coscienza di tutti, eccetto il popolo di Lampedusa.