Correva l'anno 1931 quando Mussolini attuò la battaglia del grano. Un'iniziativa che ebbe un grande successo, poiché venne raccolto tanto grano che fino a quel momento l'Italia doveva importare da altre nazioni. Furono trattati tutti i terreni disponibili, perfino i giardini e le aiuole del Campidoglio.
Ho fatto questa premessa perché, girando per paesi e città, si possono vedere tanti piccoli appezzamenti di terreno che le varie Amministrazioni comunali hanno messo a disposizione di pensionati o di famiglie che intendono lavorarli. Ormai, in quasi tutti i Comuni d'Italia, i Sindaci si sono fatti promotori di questa iniziativa benefica per sopperire alle carenze che questa crisi sta procurando e che incombe pesantemente sul nostro Paese e sulle tante famiglie ormai al collasso.
Chi avrebbe mai pensato che arrivati all'inzio del terzo millennio, si sarebbe ritornati indietro a quel triste periodo dato che, sotto un certo aspetto, questa vicenda è molto simile. Inoltre, si può notare che anche famiglie benestanti si recano a fare la spesa nei mercatini rionali o direttamente a comprare frutta e verdura e altre cose direttamente dai contadini per risparmiare.
Famiglie, che sui terrazzi di casa, riempiono grossi bidoni di terra concimata per piantare pomodori, melanzane, radicchio, fagiolini e fragole. Gente che ha incominciato a lasciare l'auto in garage e si reca a fare la spesa o con l'autobus o in bici o addirittura a piedi. Gente costretta a recarsi presso la Caritas per un pranzo caldo o presso associazioni di volontariato per chiedere un aiuto.
Anche nei bidoni dei rifiuti non si trovano più le rimanenze di cibo che si potevano trovare anni addietro e questo sta a significare che le famiglie hanno stretto i cordoni della borsa sia per la mancanza del lavoro, sia per risparmiare pensando a tempi peggiori, ma più che altro perché stipendi e pensioni non sono più sufficienti ad arrivare a fine mese. Questa, oltre ad assomigliare alla battaglia del grano, è anche la battaglia della sopravvivenza.