Era risaputo in partenza che l'Euro per l'Italia era una moneta sopravvalutata. Per entrare a farne parte, i governanti di allora, avevano dovuto rivalutare la nostra Lira del 16% per parificarla all'ECU nel maggio del 1996: 1.936,27 lire per un ECU, poi mantenuta con l'entrata in circolazione dell'Euro. Da quel momento, è iniziata la nostra discesa e il nostro calvario.

La nostra economia ha incominciato a rallentare e la produttività delle aziende pure, tant'è, che la produzione, che era arrivata all'1,9% dal 1980 al 1995, era poi calata fino al 0,3% e pure le esportazioni dello stesso periodo che arrivavano al 4.6%, erano finite allo 0,6% fino a toccare lo 0,1% nel 2013.

Una vera disfatta a cui, i grandi capi di Bruxelles, Merkel compresa, non hanno saputo porre rimedi, sostenendo che senza l'Euro la Comunità sarebbe finita malamente.

Ma le cose non stanno affatto in questi termini. Sono in tanti i vip della politica che hanno capito come stanno realmente le cose. Romano Prodi fino a poco tempo fa sostenitore dell'Euro, in una sua lezione "Dove va l'Europa" tenuta si il 20 gennaio 2013 a Padova ha dovuto ammettere che oggi l'Euro è il vero problema essendo "fortemente sopravvalutato" e che la sua giusta valutazione dovrebbe essere dell'1,1-1,2 dollari, mentre, in questo momento, arriva quasi a 1,4.

A questo punto viene spontanea una domanda: far scendere l'Euro dall'1,4 all'1,1, vorrebbe dire svalutarlo del 21% che sarebbe la svalutazione che si dovrebbe dare alla nostra Lira in caso di uscita dall'Eurozona.

Se si guarda indietro nel tempo, di crisi l'Italia ne ha superate tante, svalutando la Lira del 10 o 15 o 20% ed è sempre riuscita ad emergere e le nostre aziende hanno sempre rifiatato con l'aiuto dei sacrifici degli italiani. Una cosa sola manca all'Italia: il coraggio dei nostri politici succubi dell'Euro, della Comunità e soprattutto della Merkel.