Il comportamento che Beppe Grillo ha tenuto durante le consultazioni con Renzi prima e la conferenza stampa dopo, hanno lasciato parecchio perplessi i tanti spettatori che hanno assistito in streaming all'avvenimento.

Il popolo della rete è spaccato tra chi avrebbe voluto un Grillo più pacato e disposto al dialogo con il presidente del Consiglio incaricato e chi, invece, plaude l'uomo guida dei penstalletati. Grillo non ha per nulla fatto parlare Matteo Renzi perchè, ha detto, rappresenta un uomo buono in un sistema politico marcio, rappresenta il legame con le banche e con tutti quei sistemi di potere.

"A differenza tua - ha detto Grillo a Renzi - noi manteniamo le parole date".

Renzi, invano, ha cercato di prendere parola, ma il comico non gli ha dato spazio ripetendo all'infinito le sue teorie. C'è da biasimare Grillo per il suo atteggiamento? Forse avrebbe potuto dimostrarsi più aperto al dialogo, questo sì, ma alla fine dei conti è stato coerente con la sua linea di partito, cosa piuttosto rara nella politica italiana. A che serve dialogare se poi il copione è sempre uguale? Renzi avvierà questa esperienza di Governo con la stessa squadra allenata fino a pochi giorni fa da Letta. Se metti un allenatore alla guida di una squadra di calcio che lotta per la salvezza, il mister potrà certamente portare una ventata nuova, grinta, energia, ma quella formazione non lotterà mai per lo scudetto, rimarrà sempre nella parte bassa della classifica.

Questo, e ritorniamo di nuovo nella politica, vale anche se cambiano i nomi perchè le priorità e gli interessi dei partiti che esprimono quei nomi sono sempre uguali.

Ciò che ha contraddistinto Grillo dagli altri, durante la conferenza stampa, è stato il linguaggio: non ha parlato in politichese, ma ha parlato con la pancia.

In 5 minuti sono stati trattati temi come il reddito di cittadinanza, l'Europa, l'economia, i rifiuti, il lavoro, energie rinnovabili e costi della politica. Cambiano i governi, ma non è mai cambiato il sistema, è da qui che bisogna partire; Da qui parte il tutti a casa del M5S, da qui si muove l'opposizione di un partito che ha ben chiaro quello che vuole fare e che almeno ha una forza in più rispetto agli altri partiti: non è attaccato alle poltrone.

Il comportamento di Grillo può piacere o non piacere, ma in questo momento il suo partito rappresenta la vera opposizione in un sistema dove spesso si litiga in tv e poi ci si mette d'accordo quando si tratta di scendere a compromessi. I compromessi ci hanno portato al punto in cui stiamo, è ora di cambiare.