Ormai è tutto pronto, tra una manciata di ore scatterà l'ora x che darà il via alla consueta kermesse dell'8 marzo. Tradizionalmente la festa della donna è una ricorrenza che serve per commemorare una data infausta, per creare qualche spunto di riflessione sul percorso di emancipazione finora affrontato, per fare il punto su quanto ancora sia necessario fare per tutelare quante tra le donne non hanno ancora acquisito (o non hanno potuto) piena consapevolezza dei propri diritti e padronanza di un'identità - valore ancora oggi troppo spesso violata.
Ma l'8 marzo non è soltanto questo. E lo sappiamo. Quante di noi sono disposte a rinunciare ai gadget che le fanno sentire considerate o che le idolatrano almeno per un giorno? La maggior parte delle donne desidera ricevere le classiche mimose o scartare dei cioccolatini a tema anche se professa di essere costantemente in regime dietetico. Per non citare, infine, le più timide che finiscono per farsi trascinare dalle amiche più audaci in apericene (termine molto in voga e antipatico) con discoteca inclusa e spogliarellista ruffiano.
Sembra che l'attrazione preponderante, nel giorno dedicato alle donne, sia quella più volgarmente consumistica di manifestare un carnascialesco desiderio di essere altro e altrove piuttosto che far trionfare la voglia matta di soddisfarsi e prendersi cura di sè.
L'8 marzo finisce, nella maggior parte dei casi, per diventare uno "sfogo" che dura un giorno e passa via senza neppure lasciare traccia.
E se invece per questa festa che, casualmente, coincide con il primo risveglio della natura ottenebrata dal gelido inverno, si provasse ad incontrare l'altra metà del cielo per confrontarsi, per discutere costruttivamente di tematiche che non sono solo femminili?
Perchè non dare una sferzata alla tradizione, provando a svecchiare una ricorrenza zeppa di retorici clichè?
Davanti ad un buon "rosso", truccate, acconciate, ben vestite e bellissime ci si potrebbe divertire ugualmente, incontrando gli uomini, giovani e vecchi, per parlare di "femminicidio", confrontrarsi sull'educazione dei figli, sull'allattamento e sul menage familiare, mentre una gara Masterchef conviviale con il cosiddetto sesso forte aggiungerebbe pepe ad una serata altrimenti banale e identica a tutti gli otto marzo già vissuti.
Rendere complici e partecipi anche in modo spiritoso e ironico coloro che per un giorno preferiamo estromettere, perchè d'intralcio ad una momentanea e illusoria fuga per la libertà, sarebbe un bel segno di novità e un modo intelligente per sentirsi davvero "festeggiate".