È affidato alle pagine de La Repubblica, il commento dello scrittore è giornalista napoletano, Roberto Saviano, sulle vicende avvenute all'interno dello stadio Olimpico di Roma, in occasione della recente finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina.

Lo scrittore parla dell'episodio della "trattativa" tra istituzioni, che Saviano accusa di nascondersi nell'occasione "dietro le spalle di Marek Hamsik", e l'ormai noto capo ultras Genny 'a carogna. Dalle pagine del quotidiano lancia la sue accuse ai vertici delle istituzioni sportive e politiche, in particolare al presidente del Senato Pietro Grasso, che ha consegnato le medaglie ai giocatori al termine del match:"il presidente del Senato Pietro Grasso che consegnava le medaglie ha suggellato il senso della serata.

Una sparatoria, feriti, bombe carta su calciatori e forze dell'ordine. E le istituzioni consegnano medaglie"; e verso il presidente della FIGC, Giancarlo Abete: "perché c'è bisogno di un presidente della Figc se il risultato è questo? Perché, come sempre in Italia, i vertici non hanno alcuna responsabilità dei fallimenti? Chiedetevi chi è Giancarlo Abete e quali sono stati i risultati del suo lavoro".

Saviano allude anche alla situazione sociale attuale del Paese in relazione a quella politica. E sempre su La Repubblica così argomenta: "ora, gli ultras dello sport sono i primi ad agire: ma cosa succederà quando gli ultras della rabbia politica si riverseranno nelle strade? Ci si rivolgerà al Genny 'a carogna della situazione per non far accadere il peggio?".

Domanda non fuori luogo in un Paese dove le trattative tra Stato e ciò che rispetto allo Stato è avverso sono piuttosto frequenti, come ricorda quella tra lo Stato e i vertici di Cosa Nostra, e dove le istituzioni sono più abituate a "tirare a campare" che ad avere un reale possesso e sentore della situazione reale del Paese.

In un'altra parte della sua riflessione, il giornalista napoletano si chiede poi se parlare con un capo ultras come è stato fatto in occasione della partita di venerdì, pur se non gli si sia chiesto effettivamente il permesso di giocare, non sia comunque come trattare; per concludere infine, dopo avere elencato altri precedenti di infiltrazioni tra criminalità organizzata, mondo del tifo e calcio, con un'analisi che lascia poco spazio al dubbio e che condanna un certo tipo di "omertà" che riguarda il mondo del calcio:" il calcio è intoccabile, ogni critica genera tifo, non analisi.

Qualsiasi riferimento sembra essere contro una squadra o a favore di un'altra. Ma gli ultras sono molto più che persone talvolta violente: hanno un ruolo di consenso e di business. Una parte della tifoseria organizzata fa sacrifici e si svena per seguire i propri idoli, ma i vertici cosa fanno? Chi vende hashish, erba e coca? Ogni domenica gli stadi diventano mercati di droga, teatri di guerra non controllati in cui gli ultras portano bombe carta e bengala. Eppure questo non si può dire, per la solita, ingenua storia che continuiamo a raccontarci sul calcio che unisce. Al calcio tutto è concesso e tutto è permesso e in un Paese dove la corruzione ha travolto tutto. L'inchiesta partita da Napoli di Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice cercò proprio di individuare  ipunti di contatto tra calcio corrotto e potere dei clan. Poi tutto si fermò".