"L'accelerazione dei lavori è un vero e proprio blitz". "Fino a che ci sarà il tentativo di calpestare le regole e il buon senso, cercando di far approvare ciò che non è una priorità per il Paese, non esiteremo a utilizzare ogni virgola del regolamento per impedire l'approvazione di questa legge…. stanno devastando il calendario dei lavori per far passare le leggi care a… chiederemo la seduta notturna e staremo qui a fare la nostra parte fino in fondo". Leggendo queste frasi sembra che siano state rilasciate ieri sera o stamattina, vero? Sembrano frasi dette dopo la tempestosa giornata di ieri, con il termine di discussione fissato per l'8 agosto e quindi con il contingentamento dei tempi d'intervento… e invece no!

Queste frasi furono rilasciate nell'aprile del 2011 dall'allora presidente dei deputati del PD, Dario Franceschini, in merito al ddl sul processo breve, le potete andare a leggere collegandovi sulla pagina del sito del PD. Allora il termine "ostruzionismo" non aveva l'accezione negativa che Renzi, la Boschi e tutto il Pd gli attribuiscono adesso, allora era nobile fare "ostruzionismo", lo stavano facendo loro e quindi era cosa buona e giusta, al punto di scriverlo a chiare lettere, allora il Pd era disposto a sedute notturne affinché si potesse discutere su qualcosa che il PD non vedeva come una priorità per il paese, ma solo l'ennesima legge ad personam, allora erano disposti a fare le nottate… oggi, invece, data la loro stanchezza per aver fatto tanto per il paese, fissano la data dell'8 agosto, così da potersene andare in ferie, per godersi il meritato (?) riposo.

Oggi, invece, per il PD, quella riforma del senato diventa prioritaria, al punto da essere al primo posto nei pensieri di Renzi, al punto di fargli accantonare tutto il resto… e pensare che di promesse ne aveva fatte tante e che, con quelle promesse e quelle slides, aveva illuso la base, il cuore pulsante del partito, molti italiani, confusi e alla ricerca di una collocazione del proprio idealismo, ucciso da questa politica e tanti altri che, delusi da questa casta, si erano allontanati dal voto.

Certo, la priorità che un governo assegna alla propria agenda ha dei vincoli, dei dettami da seguire, ma la priorità di un governo nazionale deve, secondo me, come prima cosa, assicurare la stabilità economica del governo stesso, i propri conti e non il teorico risultato che, nel 2018, quando si andrà a votare, chiunque dovesse vincere, avrà la possibilità di governare… ma governare che?

Un paese in bancarotta? Quale processo sinaptico, in Renzi e nei suoi ministri, fa sì di confondere la realtà dei fatti? Cosa non gli permette di vedere la recessione e la marcia spedita dell'Italia verso la bancarotta? Eppure i numeri, parlano chiaro. Leggiamone alcuni:

- il debito pubblico, a febbraio 2014 è aumentato di 17,5 miliardi, raggiungendo un nuovo massimo storico a 2.107,2 miliardi (fonte: Bankitalia);

- a gennaio 2014, il tasso di disoccupazione è balzato al 12,9%, con una disoccupazione giovanile (15-24enni) pari al 42,4% (fonte: Istat);

- in sei anni sono sparite 134 mila imprese (Cgia);

- sono state chiuse più di 400.000 partite iva (-6,7%) dal 2008 (fonte Cgia Mestre);

- la produzione industriale è crollata, -17,8% negli ultimi dieci anni.

Poi, tra tanti segni negativi, ecco che s'incontra un segno più! Meno male! Poi vai a leggere e vedi che la spesa pubblica, in quindici anni è salita (+69%) a 727 miliardi. Rispetto a una ricchezza di 1.565 miliardi di euro, lo stato spende il 48% del Pil. E con gli interessi sul debito pubblico supera il 52%. Ma per Renzi, la priorità è la riforma del senato! Davanti a questi numeri, impietosi, per loro la priorità è stabilire come poter gestire e controllare, un domani, i senatori. La nazione muore e Renzi e Napolitano vogliono la riforma del senato… mah!