Migliaia d'immigrati al posto dei turisti sbarcano quotidianamente al porto di Reggio Calabria. Nonostante le grandissime difficoltà, la macchina per l'assistenza non si ferma, ma l'economia si è già bloccata. Sono immigrati africani e non turisti benestanti. Una marea umana composta d'immigrati africani ha sostituito i turisti che sopratutto nella stagione estiva si facevano notare numerosi, molti, attratti dai due guerrieri di bronzo, custoditi all'interno del museo della "Magna Grecia", di cui tanto si sta parlando e sparlando in questi giorni, dopo la pubblicazione delle foto scattate da Gerald Bruneau all'interno del museo.
Un cocktail di negatività ha ridotto negli ultimi dieci anni la città in uno stato economico veramente drammatico, al punto tale che, da due anni è governata da una terna commissariale. Se all'isola del Giglio l'affondamento della Costa Concordia ha creato nonostante tutto sviluppo economico, a Reggio Calabria lo sbarco dei clandestini sta procurando uno svantaggio notevole. Sia per quanto riguarda gli effetti negativi sull'economia turistica - ricettiva sia per le difficoltà delle istituzioni (ospedale compreso) a gestire l'emergenza, nonostante il comune sia tra le altre cose anche sull'orlo del dissesto finanziario. Un dramma nel dramma, sembrerebbe che si sia abbattuta una maledizione su questa città.
Un tempo perla del mediterraneo e meta di migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo, oggi è ridotta quasi alla fame, per l'alto numero di disoccupati e per tutte le vicende politiche avverse. Ci mancavano soltanto gli sbarchi della speranza per completare l'opera, a causa dei quali le strutture alberghiere stanno registrando in questo periodo disdette di prenotazioni.
La nave San Giusto della Marina Militare Italiana sta per approdare nel porto di Reggio Calabria con un altro carico umano che, dalle fonti ufficiali della Protezione Civile, sembra conti 1600 persone. Il volto dei reggini è ancora più scuro di quello dei migranti che spesso invece sbarcano con il sorriso sulle labbra e gli occhi lucidi di felicità.
Si legge più paura negli occhi dei reggini che in quelli degli immigrati africani. Gli indigeni sono ormai stati colti dalla rassegnazione, a volte anche dalla disperazione, per lo stato in cui versa la città. Il disastro ambientale, la disoccupazione, la mala politica, la crisi economica e le centinaia di clandestini in giro per la città, molti dei quali sfuggiti al controllo, stanno contribuendo notevolmente all'aumento della crisi economica. Arriveranno tempi migliori oppure soltanto immigrati?