Un fenomeno che attanaglia l'Europa ma soprattutto l'Italia, purtroppo, è la disoccupazione giovanile. Si pensi che l'Italia è tra le nazioni che presenta il più alto tasso di disoccupazione. Il 43,7% dei giovani in Italia non ha lavoro. E rappresenta un record negativo, il peggiore dal 1977 ad oggi. Praticamente un italiano giovane su due è disoccupato ed i pochi fortunati che hanno un lavoro lavorano come schiavi tutto il giorno per un misero stipendio…infatti l'Italia detiene il record, anche, degli stipendi più bassi d'Europa e non solo. Questo è un problema che è sempre stato presente, ma che negli ultimi anni sta andando a peggiorare sempre di più.

I giovani passano la loro adolescenza dietro i libri a studiare perché vogliono crescere culturalmente e perché aspirano a trovare un'attività che li possa soddisfare sia economicamente che professionalmente. Passano anni ed anni a studiare, pieni di speranze e di aspettative, convinti in un futuro migliore. Una volta laureati, i loro sogni e le loro speranze si infrangono. Sono da considerarsi privilegiati coloro che riescono nell'impresa di trovare un lavoro ed in tempi ragionevoli. Migliaia di ragazzi laureati, anche con il massimo dei voti, sono "a spasso", in cerca perenne di un lavoro. Fenomeno questo molto diffuso al Sud Italia, dove il lavoro scarseggia pesantemente. Per questo motivo molti giovani italiani, laureati e non, decidono di trasferirsi al Nord, in cerca di qualche opportunità di lavoro.

Molti pensano che al Settentrione la situazione sia migliore ma in fondo non è proprio così: ci sono certamente maggiori opportunità ma spesso e volentieri le aziende assumono con contratti "a progetto" o a "tempo determinato" in modo che terminato il contratto si ritorna punto e a capo. Così molti ragazzi, sfiniti da questa situazione di instabilità, decidono d'immigrare all'estero, sperando che almeno lì la situazione sia diversa.

Le mete più ambite sono la Germania, la Svizzera e l'America. In ogni modo se lo Stato italiano vuole far sì che i nostri giovani talentuosi connazionali rimangano nella propria patria deve fare qualcosa di concreto, proporre degli incentivi e far sì che le aziende offrano lavoro a giovani volenterosi, aiutando anche e soprattutto il Meridione che ha tanto da offrire. E bisogna sfruttare al meglio le risorse che possiede senza danneggiarle.