Negli ultimi mesi si è potuto assistere ad una mesta carrellata di tristi eventi, riportati e raccontati minuziosamente da giornali, TG e siti d'informazione online; l'inondazione della città di Genova, la chiusura del caso Eternit per prescrizione e la questione dei vaccini killer rappresentano solo alcuni degli svariati esempi che, a tal proposito, possono essere menzionati. L'indignazione generale conseguita a tutti i sopra citati avvenimenti ha fatto scattare in coloro che fanno parte dei piani alti dell'amministrazione nazionale e locale, in particolare negli esponenti della politica, la reazione che oramai tutti conoscono e che può essere sintetizzata con due specifiche espressioni: impegno a rimediare e volontà di non far più accadere l'episodio incriminato.

Tali propositi sono, ovviamente, legittimi e giusti; tuttavia non ci si può non domandare perchè l'attività di chi gestisce faccia divenire questi delle priorità solo dopo che una situazione di scandalo sia salita alla ribalta della cronaca o, peggio, vi sia stato qualche decesso documentato. Perchè, ad ulteriore titolo esemplificativo, il rischio di chiusura di un'impresa, con conseguente perdita di posti di lavoro, viene affrontato solo quando la stessa sta per essere dichiarata fallita? Oppure, perchè la necessità di intervenire in maniera decisa sull'annale situazione degli esodati diviene fondamentale solo a seguito di una serie interminabile di proteste in strada?

Si potrebbe rispondere a tali quesiti facendo presente che un problema, per essere affrontato, deve prima essere conosciuto, affermazione indubbiamente vera.

Risulta però che, nella maggioranza dei casi, le problematiche in questione fossero già note prima dell'avvenimento grave di turno; riprendendo il caso di Genova, ad esempio, il rischio idrogeologico causato dal continuo costruire era già noto prima di quanto avvenuto il 9 ottobre di quest'anno. La realtà è che in Italia non si pensa a prevenire i problemi; si pensa solo a risolverli successivamente (quando vengono risolti) e a promettere che questi non si presenteranno più (e non si può non notare come si celi, in tali propositi, anche la volontà di ingraziarsi l'opinione pubblica).

Se il modo di dire "prevenire è meglio che curare" divenisse la linea guida dell'operato di chi amministra, si potrebbe puntare non solo a migliorare la vita di tante persone, ma anche ad evitare danni e morti.