L'ultima delle 5 puntate The Voice of Italy - andata in onda mercoledì 25 marzo - ha chiuso la fase delle audizioni al buio, le cosiddette Blind Auditions, dove i giudici reclutano le potenziali ugole d'oro rigorosamente di spalle.

Le squadre dei 4 coach, e quindi di Noemi, J-Ax, Piero Pelù e della new entry Roby Facchinetti dei Pooh, coadiuvato dal figlio Francesco, sono così al completo, con 16 concorrenti per ognuna.

La domanda ora è d'obbligo: riuscirà la 3a edizione del talent show di Rai Due nell'obiettivo fino ad ora clamorosamente fallito, ossia creare dal nulla una nuova pop star?

Partiamo con l'analizzare il team Diablo di Pelù, che nella sua cronistoria ha due giovani rocker scivolati nel dimenticatoio all'indomani del termine del talent: Timothy Cavicchini (il bello della 1a edizione) e Giacomo Voli (la voce super acuta della 2a edizione).

Classifica e pagelle:

1) Simone Perrone. Il cantautore, autore e romanziere salentino dai chiaroscuri vocali. Personalizza con gusto e genialità anche brani "intoccabili" e spara note altissime con naturalezza e trasporto emotivo. Voto: 10

2) Alessandra Salerno. La palermitana che gratta nel fondali dell'intimità con una voce spiccatamente soul. Ammalia con i suoi abiti da scena e il suono dell'autoharp, strumento ibrido tra arpa e fisarmonica.

Voto: 9

3) Roberta Carrese. La molisana dal fascino lesbo. È televisivamente forte, ma vocalmente e artisticamente acerba. Ciononostante crea atmosfere ipnotiche alla Tanita Tikaram. Voto: 7 ½

4) Pierluca Tevere. Il bluesman palermitano con la voce che ricorda un po' il mitico Terence Trent D'Arby. Ma sa d'artefatto. Voto: 6 ½

5) Valerio Miglietta.

Fratello di Daniela Miglietta alias Mietta, la voce per eccellenza. Pelù potrebbe elettrizzare il suo piglio pop-rock e vocale, che è decisamente soft. Voto: 6 +

6) Luca Gagliano. Il palermitano che risiede in Salento e vive in Toscana. La misura, la sicurezza e l'energia con cui shakera pop, rock e reggae colpisce. Voto: 6

7) Francesco Paolo Bruno.

L'altro palermitano pronto a dare con la sua voce e la sua chitarra una sferzata di blues. Convincente, ma non troppo. Voto: 6 -

8) Daev. Il cantautore romano cresciuto pane e Muse, ma con un'attitudine vocale black vacillante. Voto: 5 +

9) Silvia De Santis. La voce c'è e tende al soul-rock, ma anche all'anonimo e all'antico. Più adatta come corista. Voto: 5

10) Marco De Vincentiis. Il cantautore con la voce da macho che si sdoppia tra due passioni: il punk rock e Pino Daniele, dal quale non sembra aver attinto nulla. Voto: 5 -

11) Marco Andreotti. Toscano, capigliatura alla Caparezza e sull'onda musicale del suo coach. Manca d'originalità. Voto: 4 ½

12) Tommaso Gregianin. Il ragazzino con la voce fin troppo simile a quella di Mario Biondi.

La mission impossible di Pelù è renderlo riconoscibile. Voto: 4

13) Denise Cannas. La triestina dall'anima celtica vorrebbe donare un'andata di spiritualità e magia, ma l'effetto è carnevalesco. E la voce e l'intonazione non sono delle migliori. Voto: 4 -

14) Ira Green. Viso dolce ma spigoloso e un andamento da bruto di quartiere. Sovraccarica di grinta, prigioniera in stereotipi musicali e priva d'appeal vocale e scenico. Voto: 3 ½

15) Marianè. L'occhialuta salentina che è il prototipo dell'antidiva. Voce inconsistente. Voto: 3 +

16) Martina Liscaio. La fiorentina che si era già presentata alle audizioni della 1a edizione senza ottenere alcun lasciapassare. Ora il suo coach cambia idea, ma non ci si spiega perché. Voto: 3