L'epoca di Internet e la facilità di accesso a nozioni, notizie e quant'altro ha inevitabilmente portato, spesso, all'uso e all'abuso di "poteri" da parte del navigatore medio, rendendo potenzialmente pericolosa la facile fruizione della "cosa ricercata". 

Il fatto che nell'epoca dei social tutti possano dire la propria, e farlo sì nel modo più originale ma anche in tempi e modi sbagliatissimi, ha generato una serie di limiti oltrepassati che scadono spesso nella più ridicola dimostrazione di una società sempre più decadente: la società moderna delle comunicazioni di massa.

Probabilmente tutto è iniziato con le chat, proseguito poi con Msn Messenger, fino ad arrivare all'era dei blog, dei social: tutti esperti in tutto e tutti giudicabili da tutti. Certamente uno degli aspetti positivi è che l'ignoranza, probabilmente, non ha più scuse: esistono milioni di modi di sfruttare tutto ciò che è presente sul web. Si può ascoltare musica, si può leggere un buon libro, ci si può informare su ciò che accade dalla parte opposta del mondo, senza che i tg e le televisioni inficino il nostro giudizio. La notizia appare chiara, senza filtri: ne è un esempio Twitter e la differenza che fa rispetto a una notizia appresa da una specifica testata giornalistica.  

E allora perché si è perso il valore delle relazioni vere e proprie?

Gli inviti a feste passano attraverso Facebook, le discussioni per Whatsapp e per interazioni , gli auguri attraverso link del tutto impersonali, del tutto senza empatia. Gli incontri faccia a faccia con le persone si diradano sempre più e, paradossale, nell'epoca più social, la socialità è sempre più in via di estinzione.

Forse l'unica cosa da fare è suonare al vecchio citofono, togliere la connessione a qualsiasi strumento tecnologico, chiamare i nostri amici di sempre, vedersi da qualche parte, sdraiarsi a pancia all'aria su un prato, parlando e guardando un cielo che ci sembra tanto diverso, ma è lo stesso che ci piaceva anni fa e che speravamo portasse una ventata d'aria nuova. Riflettiamo, gente, riflettiamo.