Non è la prima volta che la Scuola protesta, ma non è neanche la prima volta che i nostri politici durante le loro campagne elettorali fanno promesse con belle parole. E di queste belle parole alla fine resta il nulla. Finalmente il popolo italiano si è svegliato, perché è stanco di queste promesse. C'è il deserto nelle aule, nei corridoi e nei cortili delle scuole e delle università. Studenti, docenti e il resto del personale scolastico e universitario si sono ritrovati nella mattinata di martedì 5 maggio 2015 a protestare contro la riforma ''Buona scuola''.
Sono scesi in tutte le piazze italiane in centinaia a salvare quindi il futuro della nostra istruzione. Ai tanti docenti statali si sono uniti anche i docenti universitari, l'Uil Scuola, l'Arcigay, la Cis e i moltissimi studenti universitari.
Il sottosegretario all'Istruzione con un commento su Facebook ha cercato di ridicolizzare la protesta di milioni di persone con queste parole: ''Domani ci sarà la minoranza del Paese, la più chiassosa'', mentre il ministro Stefania Giannini si è reputata ''perplessa'' per il motivo per il quale è stata convocata la manifestazione.
Nella puntata serale di ''8 e mezzo'' dello scorso lunedì, il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, aveva parlato di possibili modiche per quanto riguarda il testo della riforma ''Buona scuola''.
Nel pomeriggio di lunedì verso le 19, prima di dare avvio alla manifestazione di protesta, è stato realizzato un flash mob durante il quale si sono letti gli articoli 3, 33, 34 e 97 della Costituzione italiana. Tutti i partecipanti del flash mob hanno indossato abiti neri con in mano dei lumini accesi come segno di lutto per la scuola italiana.
Roma è stato il punto di raccolta di docenti e studenti provenienti da Abruzzo, Campania, Lazio, Marche, Molise, Toscana e Umbria. Il corteo ha avuto inizio alle ore 9 a Piazza della Repubblica concludendosi a Piazza del Popolo. Milano è stato invece il punto di raccolta dei manifestanti del nord. Le manifestazioni si sono svolte anche nelle città del sud come Bari, Cagliari, Catania e Palermo.
Mercoledì 6 maggio 2015 sarà la giornata dello sciopero dei Cobas contro l'Invalsi.