Quanti sono, oggi, quelli che non hanno un profilo su Facebook? E' diventata consuetudine per moltissime persone, di tutte le età, aggiornare la propria pagina, scambiare commenti con gli amici, pubblicare foto, link, video e altro ancora da ovunque si trovino, grazie ai modernissimi cellulari.
Un modo per socializzare? In parte sì, ma presenta anche sgradevoli effetti collaterali
Un recente studiocondotto dalla Missouri School of Journalism della University of Missouri - Colombia, su 700 studenti, (risultati pubblicati su "Computers in Human Behavior" ) ha fatto emergere un dato preoccupante: sembra che gran parte degli utenti, dopo qualche tempo, inizino a provare frustrazione, insoddisfazione e perfino invidia.
Sentimenti negativi che a un certo punto emergono, scatenati dallo scrutare quotidianamente - a volte ossessivamente - la vita virtuale di parenti, amici e conoscenti.
Molti profili sono creati in modo da ingigantire le proprie capacità, i successi ottenuti in qualche campo, gli amori, le conquiste, oltre che per vantarsi di imprese che, il più delle volte, sono inventate di sana pianta. L'importante per molti iscritti è amplificare, mettere in risalto la propria felicità. Anche se felici non lo si è affatto.
Difficile resistere alla tentazione di competere: un atteggiamento che, alla lunga, causa depressione
Se un iscritto percepisce nel profilo di un altro utente gioia di vivere, serenità e positività - vera o falsa non conta - a un certo punto si sente spinto a gareggiare, a inventarsi una vita più interessante e appagante.
Vuole offrire di sèun'immagine migliore. Si innesca quindi una competizione che può avere effetti molto dannosi per l'organismo, se viene usato per mettere a confronto le proprie realizzazioni con quelle degli altri.
Facebook può essere un mezzo di comunicazione formidabile, se usato nel giusto modo. Per esempio mantenere i contatti con gli amici ritrovati dopo lungo tempo, ex compagni di scuola, parenti lontani, e condividere gli aspetti più interessanti della propria vita.
Molti invece spiano e controllano, a ogni aggiornamento cercano di eguagliare (se non superare) i presunti successi degli altri attraverso commenti, link e foto, scatenando a loro volta competizione in altri soggetti. A rischio soprattutto chi vive praticamente tutto il giorno connesso: da casa, dal luogo in cui lavorano e, naturalmente, dagli smartphone.
il bello è che su Facebook, e altri social network, i link più pubblicati siano proprio quelli sull'invidia, come se ognuno ne fosse esente: estremamente raro che qualcuno ammetta di provarla; di norma, chissà perchè, si attribuisce sempre agli altri.