Dopo 12 anni consecutivi di calo della mortalità per incidenti stradali, il bilancio di quest'anno è drammatico. Nel solo mese di luglio c'è stato un picco (+ 80%) dei morti tra i pedoni (magari con la vigliacca fuga ed omissione di soccorso) e dei motociclisti (+70%). Non voglio qui fare statistiche su un fenomeno che deve solamente mettere i brividi: voglio semplicemente ricordare che ogni numero riportato tra queste righe, rappresenta una vita che è terminata.

Meno feriti e più morti

Rimane ancora un dato, sul quale riflettere: continua il calo del numero globale degli incidenti e dei feriti in questi episodi.

Ciò significa che i veicoli sono sempre più sicuri e protettivi, ma non possono fare nulla di fronte a condotte di guida veramente sconsiderate. Motociclisti che viaggiano come kamikaze, sicuri di essere avvistati e schivati in tempo da chi è in auto e ragazzi ubriachi di fatica, di sonno mancato, di stupefacenti e di alcool che vanno troppo forte, proprio quando non dovrebbero neppure guidare.

I morti del fine settimana

Il grosso degli incidenti mortali avviene proprio di notte, verso il fine settimana. Le condotte criminali di guida sono l'elemento che vanifica qualsiasi ottima progettazione di un veicolo, ai fini della sicurezza. L'obbligo di indossare le cinture di sicurezza, anche posteriori, risale al secolo scorso e non occorre molto per scoprire che, ancora adesso, non tutti lo fanno.Manca totalmente il concetto che guidare è come maneggiare un'arma, che può anche uccidere.

Il porto d'armi si chiama patente, ma la potenzialità è identica. Lascereste girare armati un ubriaco o un drogato? Riuscireste ad affidare la vita di vostro figlio in gita ad un autista che è in debito di sonno fin dalla partenza? Credo di no, ma tutto questo succede fin troppo regolarmente. Il divieto di guidare telefonando (quando non chattando, inviando sms o scattando selfies) non serve per rendere più complicato il guidare, badando ai controlli, ma serve a ricordarci che l'arma che maneggiamo merita ogni nostra attenzione.

C'è già chi incolpa il parco veicoli obsoleto e chi incolpa lo stato delle strade e la segnaletica: tutto vero, ma c'è anche l'obbligo di adattare la nostra guida alle condizioni del tratto di strada che stiamo percorrendo. Ci siamo abituati a considerare una multa come un torto fatto al nostro onore di conducenti patentati, piuttosto che come un ammonimento a sforzarsi di vedere che cosa potremmo provocare con l'auto.

In molti ricorderanno il caso del bimbo in bici, a Milano, costretto ad invadere la sede tranviaria per aggirare un'auto parcheggiata in doppia fila. Il bambino è stato maciullato dal tram e la proprietaria dell'auto, che ha causato tale tragedia, si è difesa dicendo che “aveva acceso le 4 frecce”...

Omicidio stradale

Si discute da anni, relativamente all'introduzione del reato di omicidio stradale: a parte il colpevole ritardo di tale disegno di legge, se non miglioreranno gli insegnamenti delle scuole guida, magari insistendo sulla creazione di una maggiore coscienza civile e se non si appiederà davvero chi dimostra di essere socialmente pericoloso con un veicolo in mano, prevedo ancora più sangue sulle nostre strade. I segnali peggiori ci sono già.