Dopo l’ennesima morte di un ragazzo caduto dalle finestre di un albergo, si riaffacciano alla mente tutti quei casi simili che negli anni si sono succeduti in tutto il mondo. Le cronache narrano di investigatori che cercano una spiegazione nel suicidio, o nell’omicidio o addirittura nell’incidente mortale causato da un mix di droga ed alcool. Fanno però fatica a citare quell’attività, definita anche ‘sport estremo’ rappresentata dal ‘balconing’. Si tratta infatti di una folle Moda che spinge i ragazzi, non troppo lucidi e di sicuro dopo una dose di superalcoolici ed un’assunzione di cocaina o marijuana, a gettarsi dal balcone di un albergo.

Nella fattispecie, l’intenzione è quella di tuffarsi nella piscina sottostante, ma durante le gite scolastiche una variante è rappresentata dal raggiungere le finestre delle stanze attigue o sottostanti, tramite i balconcini o i cornicioni o i tubi del gas.

Cos’è il balconing?

Il termine viene coniato dal quotidiano spagnolo El Pais che l’aveva ripreso dai canali youtube che pubblicavano i filmati di queste insane azioni iniziate tra il 2005 ed il 2009. Il termine descrive il volo fatto coscientemente al fine di centrare una piscina sottostante o spostarsi in un'altra stanza d’albergo tramite il cornicione. Sono una decina, all’incirca, i morti causati da queste azioni ogni anno. La moda cominciò, o meglio i giornali si accorsero di questa, nelle isole di Ibiza e Maiorca, nelle Baleari, da parte di turisti inglesi e tedeschi.

Solo nel 2010 furono una trentina i casi verificati, ed in tutte le analisi furono ritrovate tracce di alcool e stupefacenti.

Le assunzioni di alcool e droga sono sicuramente tra le cause della perdita di coscienza critica, dell’abbassamento della soglia di attenzione e della non considerazione del rischio che si sta correndo, ma quanto conta anche l’emulazione degli altri?

Le cronache parlano di quanti perdono la vita, ma in quanti riescono nel loro intento? Costoro non fanno notizia, ma scorrendo i filmati su Youtube, molti di questi pubblicano le immagini delle loro folli imprese.

Un ricordo personale

Chi vi scrive ha assistito a margine una disgrazia del genere negli anni ’80, quando una scolaresca americana in gita a Roma, ha visto la morte di uno di essi che cercava di raggiungere una stanza a fianco della propria dove risiedevano alcune ragazze.

Da questo tentativo seguì la caduta senza scampo dal terzo piano.

Elia Barbetti, Domenico Maurantonio, Jan Miklas Wagner sono solo gli ultimi ragazzi che hanno perso la vita cadendo dalle finestre di alberghi, ma se facessimo una ricerca sulla stampa, scopriremmo che non sono i soli ad aver perso la vita in Italia ed in tutto il mondo. E non solamente ragazzi, ma anche uomini adulti, turisti con famiglia al seguito, cadono e muoiono dagli alberghi in Italia e nelle località turistiche sparse per il globo. Forse è la voglia di volare mentre ci si trova in uno stato alterato di coscienza ad avere la meglio sull’istinto di sopravvivenza? Ci sono rapporti tra questa attività e le morti causate dall’LSD negli anni '60?

Voli dalla finestra vissuti come atti intimistici i secondi e voglia di mettersi in mostra i primi? Di certo non è facile dirlo e continueremo ancora ad interrogarci sulle cause che hanno portato a troppe morti inutili.