Negli ultimi anni, i pensionati che si trasferiscono all'estero con il proposito di passarvi la vecchiaia sono in continua crescita. Così facendo, essi diventano consumatori e contribuenti di un altro paese, pur ricevendo l'assegno previdenziale in Italia; di conseguenza privano il nostro sistema economico di risorse, anche se questa "emorragia" è compensata dagli immigrati che vivono e lavorano da noi. Questo "esodo" di pensionati è dovuto essenzialmente a ragioni economiche. Non a caso scelgono in prevalenza paesi europei in cui il fisco è meno "vorace" e dove il costo della vita è più basso.

Ovviamente si assicurano che negli stati di destinazione ci sia un'assistenza sanitaria di buon livello e alla portata delle loro tasche. Infatti, ci sono paesi in cui le prestazioni sanitarie sono più costose che in Italia ed in buona parte a carico dei privati.

Vecchi e giovani accomunati dalla crisi economica

Non sono pochi i pensionati che seguono i figli emigrati per ragioni di lavoro. Purtroppo le motivazioni economiche accomunano sia le vecchie che le nuove generazioni nella dolorosa scelta di abbandonare il proprio paese d'origine. D'altra parte, un futuro di povertà spaventa sia i giovani, che sperano di trovare altrove un lavoro stabile e dignitoso, sia i pensionati che nella maggioranza dei casi percepiscono assegni previdenziali modesti con cui sbarcano a fatica il lunario.

La vendita delle case

In questi anni di crisi economica, i mass media hanno segnalato a più riprese l'incremento in Italia delle vendite di case da parte di pensionati in difficoltà economiche. Si tratta in molti casi di vendite in nuda proprietà, cioè della cessione del proprio immobile conservando il diritto abitativo per il resto della vita.

Ovviamente una vendita di questo tipo assicura un guadagno ridotto. Tuttavia per molti anziani è l'unica possibilità per integrare l'assegno previdenziale e salvaguardare il proprio potere d'acquisto. Tale fenomeno è in espansione soprattutto nelle grandi città, dove la crisi economica "morde" con più virulenza e si fa fatica a vivere dignitosamente.

Statisti, ragionieri e soluzioni alla povertà

È il caso che le principali istituzioni del paese, in primo luogo parlamento e governo, affrontino in modo risoluto anche in sede europea il problema dell'impoverimento delle vecchie e delle nuove generazioni, altrimenti si rischia di compromettere seriamente il futuro della società italiana. Permettere agli anziani di usufruire di un dignitoso trattamento previdenziale in età non troppo avanzata in modo da consentire anche un ricambio generazionale nel mondo del lavoro è ormai una misura improrogabile. Oltre a ridurre la disoccupazione giovanile, eventuali provvedimenti miranti a tutelare meglio le vecchie e le nuove generazioni darebbero respiro anche all'economia e ai consumi.

Al giorno d'oggi, invece, sono in sofferenza sia i giovani che gli anziani perché vivono spesso nella precarietà ed hanno una limitata capacità di spesa. In altre parole, se hanno a cuore il futuro dell'Italia, le istituzioni nazionali debbono perseguire gli interessi sociali con maggiore impegno facendosi valere in tutti i modi, anche a livello europeo. D'altra parte, ogni governante di buonsenso dovrebbe ormai sapere che l'Europea dei popoli e delle nazioni potrà esistere solo quando gli statisti prevarranno sui ragionieri.