Ormai da anni è in atto un imponente movimento migratorio verso il Vecchio Continente. Che ci sarebbe stato lo spostamento di grandi masse dai paesi poveri verso quelli ricchi era ampiamente prevedibile già da decenni. Erano in pochi, però, a prevedere che il fenomeno assumesse le proporzioni attuali. Per assicurarsi un futuro migliore, centinaia di migliaia di persone provenienti dal continente africano e da quello asiatico – in particolare dall’area sub sahariana e dal Medio Oriente – affrontano enormi sacrifici economici e mettono a repentaglio la propria vita per raggiungere via mare o via terra i Paesi dell’Europa Occidentale più ricchi.
Per conseguire questo risultato spesso si affidano a persone prive di scrupoli che non esitano ad abbandonare in mare i barconi carichi di migranti durante le traversate. Queste masse di disperati fuggono dalla miseria e dalle guerre che purtroppo insanguinano frequentemente le aree più sottosviluppate del Pianeta.
Le conseguenze in Europa
Ovviamente, il crescente afflusso di immigrati sta creando una serie di problemi nei Paesi di destinazione, in particolare in quelli più vicini alle zone di imbarco. Sono soprattutto gli Stati come l’Italiaed in particolare la sua isola maggiore, cioè la Sicilia, ad essere messi a dura prova dall’arrivo incessante di migranti provenienti dalle coste del Nord Africa.
Le strutture di prima accoglienza sono insufficienti e spesso inadatte. Inoltre, gestire questa emergenza comporta anche un grande impiego di mezzi e di personale e quindi dei costi elevati che il nostro Paese fa fatica a condividere con gli altri partner europei non direttamente interessati dai flussi migratori o lontani dalle zone di sbarco.
Una volta stabilitesi in un Paese, queste persone hanno bisogno di una casa e di un lavoro per mantenersi. Si consideri che sono frequenti i problemi di convivenza con le popolazioni autoctone perché la maggior parte dei migranti proviene da zone con tradizioni culturali e religiose differenti da quelle europee e questo rende difficile l’integrazione.
Tra l’altro, i migranti (regolari e clandestini) a volte si rendono protagonisti di episodi delinquenziali. Questo accade anche perché i Paesi che li accolgono sono in grado di offrire una sistemazione e opportunità di lavoro dignitose solo ad una minoranza di essi. Altre volte essi diventano manovalanza di gruppi criminali o vengono sfruttati da imprenditori privi di scrupoli che, approfittando del loro stato di necessità, li fanno lavorare in nero sottopagandoli.Poiché l’Europa dovrà fare i conti con l’immigrazione nei prossimi decenni, è il caso che i suoi Paesi membri mettano a punto una oculata strategia di accoglienza in modo da trasformare questo fenomeno in un’opportunità. Anche a causa della scarsa natalità che li affligge da decenni, i Paesi europei più ricchi nolenti o volenti avranno società sempre più multiculturali e multietniche e questo implicherà necessariamente un piano straordinario di integrazione a tutti i livelli, in particolare nella scuola e nel mondo del lavoro.
Implicazioni culturali dell’immigrazione
Purtroppo anche le nostre tradizioni religiose, culturali ed artistiche sono condannate a perdere “peso” perché interesseranno una popolazione autoctona sempre meno numerosa. Questo è un peccato poiché la cultura europea ha svolto un ruolo primario nella promozione del progresso civile e della pace nel mondo; anche perché è permeata di principi cristiani come la fratellanza e la solidarietà.