Il commissario tecnico della nazionale, Antonio Conte, era presente alla partita della Roma all’Olimpico di Torino. Forse era lì per seguire qualche giocatore o forse era presente per vedere le condizioni della sua futura squadra (?). Magari una volta finiti gli Europei di Francia prenderà lui il posto di Garcia. Se così fosse, di sicuro, non prenderebbe in mano una squadra al top della forma fisica e mentale poiché, a prescindere dal risultato finale di Torino, la prestazione dei giallorossi è stata, come vediamo ultimamente, veramente scarsa.
La spirale in discesa inizia a farsi preoccupante: in campo non assistiamo mai ad un gioco di squadra e si cerca di far risultato puntando sulla bravura dei singoli. Ma adesso che Salahe Gervinho sono out per problemi fisici, rimane Pjanic, miglior marcatore con 9 reti, però anche lui coinvolto in questa involuzione calcistica generale.
E si procede senza un piano generale, senza schemi né tattiche. In ogni sfida ciò che emerge è la superficialità con cui la squadra affronta gli avversari ed il mercato in entrata, che avrebbe dovuto dare la svolta a questa stagione, si è rivelato più fallimentare di quello in uscita. I giocatori in partenza, a vedere dalle loro prestazioni attuali, hanno inciso più degli acquisti.
E quelli che sono rimasti hanno pure loro molte responsabilità: irrequieti, imprecisie senza grinta. Ci vorrebbe un azzeramento e un cambiamento generale. Dentro e fuori dal tappeto verde. Il presidente Pallotta, è sbarcato a Roma sabato sera ma non sostiene l'idea di una rivoluzione, visto che in classifica siamo ancora nei primi posti a pochi punti dalla vetta, quindi ancora in corsa per lo scudetto.
Mercoledì, però arriva il Bate Borisov, e sarà l'ultima occasione per ottenere laqualificazione agli ottavi diChampions.
I colpevoli chi sono
Tutti responsabili, dalla dirigenza scelta da Pallotta fino a mister e giocatori. Forse l'unico che ha ragione è Baldissoni quando dice che ci sarebbe bisogno di una completa revisione che però non guardi in faccia nessuno e coinvolga sia chi indossa giacca e cravatta e chi indossa una maglia.
Garcia continua ad essere difeso, nonostante gli scarsi risultati e i punti persi che ogni anno ci costano intere stagioni. I giocatori, lo abbiamo detto prima, non giocano all'altezza del Campionato di Serie A e più si va avanti più la situazione peggiora. E allora ben venga questa rivoluzione, purché sia l'ultima. Ci vogliono fatti, il tempo delle parole è finito.