Una decisione che farà certo discutere quella del Consiglio di Stato, il quale ha rigettato, con sentenza n. 5502 del 3 dicembre 2015, il ricorso che lo stesso Miur aveva promosso contro la richiesta della famiglia di uno studente di un Istituto superiore, a seguito della non promozione del loro figlio. La famiglia dello studente aveva avanzato richiesta di accesso agli atti, proprio per verificare, attraverso un attento e puntuale confronto, tutte le altre valutazioni finali di tutti i compagni di classe del proprio pargoletto.
Vietato bocciare. Anche il CdS avvalora questa certezza.
Ebbene, questa notizia ha fatto subito sbottare tanti professionisti della formazione. Perché? Proprio per l’intenzionalità dell’iniziativa intrapresa da parte della famiglia dello studente dato che, secondo molti docenti, questo atteggiamento del 'ricorso' è divenuto oramai la costante e la norma. Molto tempo fa invece si verificava tutto il contrario: le famiglie si rassegnavano alle decisioni intraprese dal Consiglio di Classe e prendevano atto degli errori e delle mancanze dei propri figli. Il povero studente svogliato, ricevuti alcuni scappellotti dai genitori, era destinato a ripetere subito l’anno scolastico, magari, quel tempo perduto, serviva al ragazzo per maturare, rendendosi conto delle proprie carenze.
Oggi purtroppo si pensa solo a procedere legalmente contro tutto e tutti, contro la Scuola e contro gli stessi professori, convinti di aver fatto solo il proprio dovere.
A proposito del dovere degli insegnanti, durante gli ultimi CdC, quandoqualche insegnante propone la 'bocciatura' di qualche alunno, quasi sempre capita che l'intervento perentorio dei Dirigenti Scolastici ‘scoraggia’ il professore proponente questa assurda decisione.Oggi, alcuni insegnanti si sentono costantemente in ‘colpa’, si sentono ripetere dai loro Presidi, come se fosse un messaggio pre-registrato, alcune frasi rituali: ‘siete sicuri di aver fatto il vostro dovere di insegnanti?
Siete sicuri di aver messo in campo tutte le azioni a vostra disposizione al fine di non sconvolgere psicologicamente la vita scolastica e didattica dei vostri alunni?’. Purtroppo queste frasi riecheggiano a gran voce durante tutti Consigli di Classe finali (scrutini) che si svolgono solitamente durante i primi giorni di giugno.
Ancora: ‘Avete avvisato le famiglie a proposito delle gravi insufficienze dei loro figli? Avete chiamato a casa? Vi siete recati presso le loro abitazioni? ecc. ecc.’. Ma insomma! Cosa bisogna fare più di quello che si fa. In fondo un docente è un lavoratore che quotidianamente ha a che fare con più di venticinque alunni per classe e seguire tutti i bisogni degli stessi diventerebbe impossibile.
Anche i docenti più 'determinati' cedono alle intimidazioni dei loro Dirigenti.
Anche il Professore più convinto e determinato, intimorito e ammonito dal proprio D.S., cede le armi e comincia a ‘sgretolarsi’ sotto la pressione psicologica del proprio Datore di lavoro. Solitamente, da parte del Preside, iniziauna lunga e plateale contestazione rivolta solo al Docente più avaro nelle valutazioni, riuscendospesso ad estorcere un punticino pur di promuovere un alunno incapace e disinteressato allo studio.
Una dura verità sulla bocca di tutti gli insegnanti. Ma allora dovremmo interrogarci: tutti gli insegnanti sono davvero capaci di valutare in maniera seria e disinteressata tutti gli alunni di una classe?