I vari attentati sparsi nel mondo e quelli messi in atto martedì12 gennaio dall'Isis nel cuore di Istanbul fanno parte di una precisa e curata strategia, ovvero colpire il turismo dei Paesi islamici più moderati facendo così perdere soldi agli Stati colpiti.

La strategia dell'Isis, gruppo terroristico islamista attivo in Siria e Iraq, è ora più che mai chiara: mettere in ginocchio le nazioni islamiche con credi e modi più moderati rispetto a quelli dello Stato Islamico, facendo crollare il numero dei turisti. In Egitto, a fine ottobre, un aereo russo proveniente da Sharm el-Sheikh (località turistica egiziana posta nella parte meridionale della penisola del Sinai e bagnata dal mar Rosso) con 224 persone a bordo è precipitato sul Monte Sinai (conosciuto anche come Monte Horeb, Monte Oreb o Monte Musa), Vladimir Putin ha bloccato i voli per il Paese africano e il ministro del turismo ha fatto subito i conti: in pochi giorni sono andati in fumo oltre 300 milioni di dollari.

Pesantissimo il danno economico anche per la Tunisia dopo che il 18 marzo scorso un commando di terroristi assaltò il Museo del Bardo, il Paese tentò di rialzare la testa ma tre mesi dopo un nuovo attentato: 23 turisti uccisi nella spiaggia di Susa (città e località turistica tunisina). In quell'occasione piovettero disdette e il Paese perse 1 milione di prenotazioni, fiumi di valuta pregiata di cui la Tunisia aveva disperato bisogno economico.

Avvisata anche la Turchia con l'attentato del 12 gennaio

Martedì è stata colpita la zona più turistica di Istanbul (capoluogo della provincia omonima e il principale centro industriale, finanziario e culturale della Turchia), nel mirino gli stranieri che vengono a visitare i luoghi turistici per apprezzarne il fascino e la bellezza caratteristi della zona.

La Turchia si sta avvicinando all'Europa e punta sul turismo per sviluppare la propria economia, ma l'attentato di ieri, nel cuore della città dove finisce l'Europa e inizia l'Asia, ha il sapore dell'avvertimento e della minaccia di coloro che non vogliono il benestare della nazione.