Come tutti i lunedì Corrado Formigli conducPiazza Pulita,il programma di approfondimenti e servizi che fotografano la situazione del Paese e di cosa avviene, nello specifico, in altri parti del mondo. Anche ieri sera, in merito alla questione immigrazione, è statorealizzato un reportage da fare accapponare la pelle. Valentina Petrini, riallacciandosi all’accordo tra Turchia ed Unione Europea finalizzato all’accoglienza degli immigrati nel paese della mezzaluna, ci ha mostrato cosa succede realmente nella patria di Erdogan, dove i bambini vengono sfruttati ed impiegati per confezionare scarpe e jeans, prodotti che andranno poi a finire sul mercato per ingrassare imprenditori senza scrupoli che hanno bisogno di manodopera a nero.

Sono bambini, quelli mostrati nel servizio, provenienti dalla Siria e da zone di guerra, che riportano alla mente il film di Zeffirelli “Fratello Sole, Sorella Luna”. Ricordate la scena di S. Francesco che scende nell’officina tessile del padre, dove si tingevano i vestiti e comincia a baciare le mani di quella gente che lavorava senza tregua, per pochi soldi, ringraziando persino il padrone? Identica cosa quella riportata nel servizio di ieri, con un piccolo dettaglio non di poco conto. Per i poveri d’Assisi c’era San Francesco e per i nuovi schiavi qual è il santo capace di piangere, disperarsi e agire per lenire sofferenze ed ingiustizie che sono diventate la norma?

Non un triste racconto, ma un'amara realtà

Piccole mani davanti ad una macchina per cucire passano pezzi che dovranno essere assemblati per confezionare prodotti d’abbigliamento. Mani blu che cuciono jeans lavati e trattati con agenti chimici vietati dall’Unione europea, occhi chini sul lavoro da finire, mentre i mercati impazzano, chiedono, pretendono, si comportano come un Minotauro che ha bisogno di sacrifici umani per placare la propria fame.

Chi l’avrebbe mai detto che saremmo tornati ad avere nuovi campi di concentramento per impiegare ragazzini negandogli l’istruzione, l’infanzia, la possibilità di potersi riscattare?

Fanno male quelle immagini, non si può mandar giù una simile barbarie e ha ragione Forchielli quando parla di “messicanizzazione” del lavoro, in quanto anche da noi si stanno creando i presupposti per avere filande gestite da immigrati che si comportano da caporali con la loro stessa gente.

Non è giusto quanto accade e soprattutto lasciar correre, come se il problema non ci riguardasse perché succede lontano da noi. Come facciamo a dimenticare, a non aver memoria dei fiumi d’inchiostro consumati da scrittori come Dickens nel descrivere l’Inghilterra vittoriana al tempo della rivoluzione industriale? Ieri come oggi sono in atto cambiamenti epocali, ieri come oggi sono ritornati prepotentemente di moda lo sfruttamento minorile, l’ingiustizia sociale e il degrado umano.

“Meglio non avere occhi che averli cattivi” diceva Dickens, ma noi siamo capaci di vedere ancora o abbiamo perso la capacità di capire che Ignoranza e Miseria producono dannazione? Viviamo sospesi in un tempo che produce macerie, provoca guerre, altera il ciclo delle stagioni, incapaci di reagire, dimentichi che le persone non sono fantocci e che se si darà ascolto al cuore, alla capacità di sapersi indignare potremo spezzarle le catene ed i segni lasciati sulla pelle di tanti innocenti che gridano.

Eppure un velo è stato squarciato e non si può far finta di nulla. Ogni bambino che nasce è un fiore che abbellisce il giardino della vita. Perché privarlo dei petali o reciderne il gambo con disprezzo, per calcolo, per puro egoismo? Lasciamo che i colori delicati dipingano il mondo per sottrarlo al grigio squallore di chi vuole vedere solo il colore dei soldi. Adesso sappiamo, ora non si può più rimanere a guardare.