Recep Tayyp Erdogan tiene sotto scacco l'Unione Europea.Il tanto sbandierato accordo sui migranti raggiunto con l'autorità greca con la benedizione della Commissione UE è in realtà una pedina "forte" del governo di Ankara con il quale il presidente può dettare le sue condizioni a Bruxelles. In cambio, Erdogan sta premendo sulla possibilità, avvalorata dall'Unione, di consentire ai cittadini turchi di viaggiare senza visto negli Stati comunitari. Ma su questo punto ci sono delle condizioni che sono state dettate da Bruxelles, tra cui la modifica della rigida legge antiterrorismo in vigore in Turchia.
Erdogan lo ha ribadito in più di una circostanza, "la normativa non cambierà". La partita dunque prosegue a carte scoperte: quelle migliori in questo momento sembrano in mano al governo di Ankara.
'La Turchia non è un Paese sicuro'
Oltretutto, quanto deliberato di recente da un Tribunale della Grecia, potrebbe mettere a rischiole fondamenta stesse dell'accordo sui flussi migratori sottoscritto lo scorso mese di marzo. Una corte dell'isola di Lesbo, infatti, si è pronunciata sul caso di un rifugiato siriano la cui domanda di asilo era stata inizialmente respinta. Alla fine i giudici hano accolto la richiesta, rifiutandosi di rinviare il profugo in Turchia perchè "è un Paese terzo non sicuro". In altre parole la decisione della corte potrebbe creare un pericoloso precedente il cui esempio, se seguito da altre autorità giudiziarie, porterebbe alla sospensione del rinvio in Turchia dei rifugiati siriani e, di fatto, invalidare l'accordo di marzo.
La commissione per l'asilo politico che ha sede a Lesbo, da marzo ad oggi ha esaminato 174 domande presentate da cittadini provenienti dalla Siria. Sono 74 quelle respinte ma tutti hanno presentato appello.