Un gruppo di ricercatori della "Stony Brook University", in uno studio condotto di recente a New York, ha messo in rilievo dati interessanti riguardanti il social network più famoso: a quanto pare, su Facebook gli uomini sono più polemici e aggressivi delle donne. Fra commenti e aggiornamenti di status, sono stati analizzati ben 65mila profili di femmine e maschi che hanno dato il loro assenso ad essere costantemente monitorati. È emerso che il linguaggio degli uomini tende a essere impersonale e ostile, mentre quello delle donne è più gradevole e cordiale.
Su Facebook il linguaggio femminile è più cordiale
Gli autori della ricerca hanno, in alcuni casi, indovinato il sesso dell’utente in base alle parole utilizzate più spesso negli status, facendo centro nel 90% dei casi. Nei post, fra i termini più usati dalle donne ci sono "compleanno", "bambino", "felice", "riconoscente", "stupendo", "eccitato" e "figlia". Tra gli uomini, invece, le parole più diffuse sono "nemico", "vittoria", "battaglia" e "libertà". Allostesso tempo, lo studio evidenzia che la maggiore aggressività maschile non sempre corrisponde ad una risolutezza maggiore: i post e i commenti delle donne, rispetto a quelli degli uomini, infatti, in gran parte si concludono con toni tra il sicuro di sé e l’assertivo.
Niente di nuovo su questo fronte: è noto che donne e uomini sono diversinon solo nel corpo, ma anche nel modo di pensare e agire. Queste differenze si riflettono anche negli status degli utenti di Facebook che, per svariati motivi, sta diventando sempre più spesso fonte di studi e osservazioni. Infatti monitorando costantemente il social network si riescono ad ottenere diverse classificazioni dei comportamenti umani, fino ad "intuire" la personalità degli individui grazie ad un commento, post o fotografia.
L'aspetto che deve fare maggiormente riflettere, però, è quello relativo alle critiche e agli attacchi feroci sugli altri, sia da parte maschile che femminile.
Le critiche sugli altri sono continue, feroci e impietose
Per esempio, se si sta troppo in chatsi viene additati come fannulloni; se al contrario la si tiene chiusa, si viene etichettati come snob.
Chi postalink divertentiè poco intelligente, mentre se sidiscute di politica si è estremisti. Chi commenta temi attuali mostrando una certa conoscenza, si crede un intellettuale; chi vuole solo condividere problemi quotidiani è uno "sfigato" e se si postano inbacheca solo video musicali si è "strani". Gli utenti che non inserisconofoto personali hanno da nascondere qualcosa; viceversa si è alla ricerca di consenso. Parlare di religione è indice di noia; se non si crede in Dio si è blasfemi. Chi ama aggiungere a link o commenti cuoricini e fiorellini è infantile. E ancora, se si amaesprimere il proprio pensiero su temi difficili si è rompiscatole; o se si scrivono commenti con sincerità, gli altri utenti si offendono e a volte addirittura bloccano.
Su Facebook spesso si clicca "mi piace" solo per cortesia
Pochi, pochissimi, quelli che chiedono l’amicizia per condividere emozioni, per approfondire e costruire un rapporto - anche se virtuale - gratificante e appagante che duri nel tempo. Tantissimi altri, invece, vogliono solo aumentare il numero degli amici per fare "proposte piccanti" e curiosare sulle bacheche altrui. Su Facebook, è vero, si recuperano amici, ex colleghi di lavoro, parenti lontani, compagni di scuola, antichi amori: donne e uomini che hanno fatto parte della propria vita durante l'adolescenza o l’infanzia. Il più delle volte, però, passato l'entusiasmo iniziale, ci si rende conto che il tempo ha cambiato gli altri e forse anche noi.
E si scopre - amaramente - che niente è rimasto di quell'amicizia che probabilmente era stata idealizzata nei ricordi personali: terminata la curiosità iniziale, ci si ignora a vicenda. Al massimo, giusto per cortesia, si clicca su "mi piace"di tanto in tanto.