Quando ero piccola, da grande amante degli animali, dicevo sempre a mia madre che a 18 anni - età da me vista come conquista della più assoluta libertà - sarei diventata vegetariana. Purtroppo ciò non è accaduto sino ai 27, circa un anno fa. Premetto che sono vegetariana per etica, non sono una di quelle naziste anti-carne convinte che la carne sia una specie di demone unica causa di tumori e malattie di ogni genere-tipo-specie. Sono convinta che, se mangiata nelle giuste quantità e facendo un minimo di attenzione sulla qualità, la carne non sia più dannosa dei pesticidi o degli ormoni con i quali vengono gonfiate le verdure che compriamo al supermercato.
Detto ciò, a un certo punto mi sentivo estremamente in colpa per gli animali presenti nel mio piatto. Me li immaginavo vivi, mi immaginavo i loro occhietti vispi che mi guardavano. E niente, non ce la facevo. Quindi più che una scelta vera e propria è stata una necessità: il senso di colpa mi opprimeva.
Vegetariana a piccoli passi
Non so se abbia fatto bene, ma non me la sono sentita di smettere di mangiare carne di colpo. Ero convinta che il mio fisico si dovesse piano piano abituare. Ho iniziato quindi ad eliminare dapprima il maiale, poi il manzo, poi il pollo ed infine il pesce. Per quanto riguarda il resto degli animali commestibili devo ammettere che già da tempo erano stati eliminati dalla mia dieta.
Dunque, per me, la "carne" che dovevo eliminare rientrava in queste quattro categorie. Così facendo, e soprattutto essendo molto convinta della mia decisione, non ne ho assolutamente risentito. Per intenderci, non sono mai andata in crisi di astinenza dipanini con il salame o fiorentine.
Il pesce come "alimento sociale"
Purtroppo, essendo una persona che ama stare con gli altri, talvolta, quando si esce a cena, capita che si vada in posti (pochi) in cui non è previsto un menù vegetariano.
O, più frequentemente, capita che, se mi invitino a cena, per non mettere in difficoltà l'ospite, faccia solo presente di non mangiare "carne", senza fare menzione al pesce. In queste occasioni, pur senza particolare gioia, mi capita di mangiare il pesce. Perché il pesce sì e la carne no? Perché, con tutto l'amore che provo per gli animali, mentre le proteine della carne possono essere più facilmente sostituite, le proprietà del pesce sono uniche.
Quindi, volendomi almeno un po' bene, non credo sia così sbagliato, qualche volta, mangiare del pesce.
Quanto è difficile mangiare in modo equilibrato?
Premesso che non ho ancora effettuato alcun esame medico, dunque potrei essere anemica e non saperlo, non è così difficile mangiare in modo equilibrato. Innanzitutto, ormai in quasi la totalità dei supermercati sono in vendita hamburger e polpette vegetariane di ogni genere, fattezza e consistenza, nonché piatti pronti di ogni sorta. Poi, per ricette un po' più gustose, basta aprire internet e cercare: non è detto che se non si mangia carne si debba obbligatoriamente rinunciare al gusto.
Inoltre, vorrei sfatare il mito del "allora mangerai un sacco di pasta": io la pasta non la mangio praticamente mai.
Un po' per gusto personale, e un po' perché, davvero, le verdure e i legumi sono così vari da lasciarti la possibilità di scegliere, ogni giorno, qualcosa di diverso da mangiare.
In conclusione, vorrei quindi dirvi che ho smesso con la carne, ma che voi la potete mangiare perché a me non interessa se vi ingozzate di cosce di pollo. Ovviamente, se lo fate dopo aver visto i video di come il pollo arriva sulla nostra tavola sarete i miei eroi.