Gli esperti hanno potuto constatare, con le ultime elezioni amministrative, che la struttura politica del paese non ha retto ai colpi. Alcuni importanti partiti sono stati ridimensionati, altri invece sono del tutto scomparsi. Era prevedibile da tempo e, negli ultimi mesi in particolare, il messaggio dei 'sondaggi' era quanto mai premonitore. Cerchiamo di cogliere le novità salienti di questo evento: non quelle che si affannano a divulgare i leaders politici, sulle percentuali di voti ottenuti, ma quelle vere. Queste sceneggiate fanno perdere credito a chi le pronuncia.

Il nuovo quadro ha portato alla luce, tre grossi raggruppamenti politici equivalenti

Necessità di dialogo tra i nuovi raggruppamenti

Il primo è quello rappresentato dal partito di maggioranza relativa, il PD, che ha subito i maggiori danni elettorali. Il secondo è il nuovo partito M5S, che ha le carte in regola, per concorrere alla guida del paese. Il terzo, è rappresentato dalla Lega, che ha sposato una giusta causa sulle tasse, seguita dai partiti minori. Da ultimo, non per ordine di importanza, il quarto raggruppamento, è rappresentato, invece, da quelli che non si riconoscono nella politica, ma che potenzialmente sono in grado di cambiare le cose. La politica deve riflettere e riformulare il progetto, per far fronte ai veri problemi, eliminando le ingiustizie sociali.

La novità è che oggi contano i fatti e non il populismo. Nel mondo politico, covava da tempo un progetto di rottamazione, a senso unico, da realizzare lentamente, per non farne avvertire gli effetti.

Riforme costituzionali

L'opportunità delle riforme costituzionali, ha messo in luce i veri propositi in gestazione. A scanso di equivoci, diciamo subito che le Riforme, di una parte della Costituzione sono necessarie.

Dopo 70 anni le cose sono cambiate, e bisogna stare al passo con i tempi. Su questo punto siamo tutto d'accordo. Diciamo pure che queste sono riforme che interessano, anzi devono interessare, tutti i cittadini, compresi quelli che non fanno politica. Si tratta di riforme, che nessun partito se ne può appropriare, per speculazioni politiche.

Con queste premesse possiamo subito dire che, i risultati del prossimo referendum saranno da attribuire a tutti, sia che vinca il SI e sia che si verifichi al contrario la vittoria del NO. Nessun governo sarà tenuto alle dimissioni, per effetto di quel voto.

Il Governo in carica che, in questo caso, va ringraziato per l'impegno profuso per dette riforme, ha proposto al Parlamento la Riforma stessa, ma non è riuscito ad ottenere dallo stesso,i voti necessari per l'approvazione definitiva. Da quì la necessità del Referendum di cui stiamo parlando. Monito: il Governo si apra di più al dialogo con tutte le parti, se si vuole veramente portare a casa l'approvazione delle riforme. E' ancora possibile rettifiche concordate come si conviene in questi casi.