Questa notte ripetute scosse sismiche, magnitudo 6.0 la più forte, nell'area della provincia di Rieti con esiti letali. Morti (anche bambini) e macerie, paesi distrutti o quasi, Amatrice e altre frazioni. Pare anche ritardi nei soccorsi. Le news sono costanti e colpisce il solito copione. Ovviamente i terremoti sono ancora non prevedibili, ma neppure - come sempre appare - colpa della perfida natura, del fato e degli dei. Tempo di parole forti sulla scia di quel che dicono e denunciano da anni scienziati e geologi, inascoltati.

Per la politica italiana il Giappone non esiste

I terremoti disastrosi che colpiscono periodicamente l'Italia, da l'Aquila, all'Emilia, ora nel Centro-Italia, lasciando perdere il Friuli degli anni '70, in Giappone neppure avrebbero fatto notizia. Da decenni una straordinaria politica di prevenzione concreta antisismica, sopporta persino scosse di magnitudo 9 o 10. L'eccezione di Fukushima di pochi anni fa, appunto fu una eccezione, dovuta anche alla complicazione della centrale nucleare e alla natura davvero speciale dello tsunami e del maremoto scatenato, oltre a errori tecnici e in quel caso una imprevedibilità statistica in certo senso per la sua eccezionalità.

L'Italia, si sa, dalle puntuali scoperte e comunicazioni ufficiali degli esperti geologi, geofisici, eccetera, è territorio a rischio grave sismico per circa l'80%.

Da anni gli scienziati sollecitano la classe politica di qualsiasi governo a piani a medio lungo termine di stile giapponese per la prevenzione globale del territorio italiano a rischio. È successo dopo L'Aquila, l'Emilia. Nei fatti il mondo politico se ne frega, si limita quando va bene a fare prevenzione per edifici pubblici, scuole, chiese, poi passata l'onda tellurica, si spera all'italiana, si esorcizza e rimuove, capolavoro freudiano, il forte rischio sempre presente.

Le grandi opere stranamente non prioritarie

In Italia è prioritario quasi tutto, dal barcone ambiguo proveniente da strani paesi africani, alla battaglia contro le autostrade perché danneggiano le lumache del prato vicino, la natura razzista del libero cittadino che si difende da chi lo sveglia in casa alle 3 di notte per diversamente rapine, al neo diciamo cosi - dell'inguine di Belen (pur mica disprezzabile), al rigore negato alla Juventus nell'ultima partita di calcio.

Oltre ovviamente alle priorità di riforme della costituzione, di appuntamenti in Val di Susa e così via.

I geologi spesso insistono sulla prevenzione antisismica totale in Italia come grandi opere e - causa ed effetto- anche grande volano economico. I costi neppure sarebbero folli, tenuto conto degli effetti a medio lungo termine, non ultimo delle spese queste sì astronomiche per le semplici – in certo senso - ricostruzioni, quando capitano i nuovi disastri, senza avere fatto nulla o quasi in precedenza. L'ignoranza dei politici, il valore zero mediatico per impegni simili non a breve termine, quindi poco utili per le carriere di parlamentari e sindaci o consiglieri o altri ruoli politici ed affini, non spiega certo andazzo costante: neppure può essere certo ben noto filtro diversamente mafioso o illegale che come si sa condiziona in Italia qualsivoglia grande opera pubblica.

Quando in tempi di ossessiva attenzione, almeno a parole, cosiddetta ecologica, principio di precauzione, sull'emergenza nazionale sismica i politici e non solo fanno sempre gli struzzi, siamo probabilmente ai confini della psicopolitica cosiddetta.