Qualsiasi cosa accada, nel 2016 gli occhi che osservano non sono calcolabili, così come le reazioni delle menti - nella maggior parte dei casi esibizioniste - collegate ad essi. Il fatto sociale va commentato, più è vicino all'osservatore più sale lo sdegno;cresciuto lo sdegno, l'argomento è virale, appetibile per chi è a caccia di attenzioni. Sale l'esibizionismo moralista, avanza il populismo, nessuno sente la tragedia, però tutti la commentano.
C'è chi, invece, non parla giusto per parlare. Il mondo islamico risponde al "Black Humor" di Charlie Hebdo a suon di attentati, e l'Italiano torna al "pozzo di Alfredino", ha paura e si avvicina alla faccenda, difende le vittime dell'attentato, perché la violenza è sbagliata e questo è un pensiero che va mostrato, incorniciato, poco importa dove fossero le radici dell'attentato.
Chi trae profitto da tutto ciò è la Lega Nord: forse per la prima volta il populismo italiano ha dei punti in comune con quello che per molti è un partito semi-fascista legalizzato. Allo stesso tempo, anche la "fan page" dedicata a Benito Mussolini sale a dismisura. Il moralismo nasconde solo una paura che si tramuta in odio e siamo tutti più buoni.
Cosa staaccadendo adesso?
"Siamo tutti Charlie. Anche quando non fa ridere, anche quando fa schifo. Perché sta proprio lì la forza della libertà di espressione. Anche quando non fa ridere, anche quando fa schifo"- Luca Bizzarri.
A fare del nuovo Black Humor, questa volta, è Francia - Italia, ma non c'è Cannavaro, c'è solo qualcosa di molto pesante, senza pietà, un umorismo che davvero non ha altro che cattiveria al suo interno.
E adesso? Imbracciata "l'artiglieria", Charlie Hebdo non ricambia la cortesia. Dove si schiererà il moralismo?
Lo sdegno torna ad essere virale, e chi mise la foto con la trasparenza della bandiera francese è stato costretto a toglierla. Giorno dopo giorno, la nostra storia piace sempre meno; speriamo soltanto che questa stessa storia ci porterà ad informarci meglio, e a cercare di capire, commentare i fatti del mondo senza moralismo o pregiudizi. Dove c'è violenza abbiamo tutti torto; dove c'è solidarietà, non serve mostrarla. Chi ha ironizzato sulla nostra tragedia deve essere ignorato, l'odio è ora che inizi a chiamare il silenzio.