Nella vita, dovremmo vivere il maggior numero di esperienze possibili, senza precluderci nessun tipo di emozione, di conoscenza. Dedicarci con tutto noi stessi a un’attività senz’altro ci nobilita, ma alla lunga ci rende schiavi. Questo è il lascito che ci lascia una personalità che è stata tutto fuorchè vincolata, banale. Questa è l’eredità che ci regala Dario Fo.
Poliedrico, Fo ha incarnato al meglio la figura di artista a tutto tondo. Scrittore, drammaturgo, autore di testi musicali, pittore, le sue mansioni di attore, regista, scenografo, costumista e impresario lo rendono un’icona intramontabile del teatro.
Un furore artistico di tale portata trova riscontro nella infanzia di Fo.Dario cresce in una famiglia intellettualmente vivace, con il padre Felice attore amatoriale. La sua creatività viene anche stimolata dalle favole frammiste raccontategli dal nonno materno, e dagli affabulatori di paese. Quel suo paese d’origine, Sangiano spesso rievocato in quei personaggi del "sottobosco" teatrale,che Fo vuole mettere sotto una nuova luce positiva. Personaggi che appartengono a quella classe subalterna con cui vuole comunicare.
Vuole infatti tornare alla originaria e originale valenza sociale del teatro. Con questo obiettivo fonda, il gruppo teatrale “Nuova scena”. Il 1°ottobre 1969, mette in scena per la prima volta il suo più grande successo, la “giullarata” Mistero Buffo.
Con un satira allegra e irriverente,e con la mescolanza di vari dialetti padani, Fo porta una versione smitizzata di episodi storico-religiosi. Mistero Buffo raggiunge il successo e l’animo dei più, per stile e registro innovativi, o più semplicemente, “perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”.
Virgolettato che riporta le motivazioni per cui Fo viene insignito, a sorpresa, del Nobel per la Letteratura nel 1997. La reazione dell’artista è condensata in poche, fredde parole: “con me hanno voluto premiare la Gente di Teatro”. Ancor più gelide saranno le reazioni degli intellettuali del panorama italiano ed europeo.
Il motivo non è mistero.
Fo non ha mai temuto di esporsi per sostenere le sue idee. Dalla fine degli anni ’60 diventa attivista di sinistra. Scelta di schieramento che di per sé fa già scalpore, ingigantita dalla scoperta del suo arruolamento volontario nell’RSI nel secondo conflitto mondiale (poi chiarito come scelta per non venir deportato in Germania). Ad un passato ed un presente tumultuosi per l’appartenenza politica, Fo abbina una produzione teatrale di satira politico-sociale contro le istituzioni e la morale comune. Dichiaratamente ateo, si mostra anticonformista e anticlericalista, rivelandosi un personaggio controcorrente,avverso alla schiera di intellettuali organici, conservatori dell'esistente egemonia culturale.
E' da celebrare il Dario Fo uomo, e marito. Il 24 giugno 1954 sposa Franca Rame, in quelle definite come le "nozze del 900”. I due sono stati capaci di instaurare una unione sentimentale e lavorativa, in cui supportarsi nelle diverse difficoltà. Una su tutte: nel 1973 Franca viene rapita e violentata da dei neofascisti come ritorsione per l’attivismo politico suo e del marito. è venuta a mancare nel 2013. Tre anni dopo, la coppia finalmente si può ricongiungere.
Una vita all’insegna della sana spensieratezza e dell’allegra serietà, quella di Dario Fo, in cui ha ricevuto, oltre il Nobel, le lauree honoris causa dalla Sorbona di Parigi e dalla Sapienza di Roma, e omaggi in tutto il mondo. Ha recitato nei teatri più importanti.
Ha scritto libri e canzoni. Fin quando quella vita, così piena, così unica, il destino gliel’ha portata via, convinto di fare un favore a chi Fo lo ha sempre ritenuto scomodo.Invece non ha fatto altro che rendere definitivamente immortale, un uomo che ci ha insegnato che la nostra esistenza altro non è che una “meravigliosa occasione fugace da acciuffare al volo tuffandosi dentro in allegra libertà”.