Quando il Casms ha ufficializzato, ancora una volta, il divieto ai tifosi della Roma di seguire la sua squadra nella trasferta di Napoli ho preso consapevolezza che il calcio non è ufficialmente più lo stesso. Il pallone, quello vero, quello passionale ormai sta lasciando spazio a quello sempre più 'blindato' e di business. Non sto dicendo nulla di nuovo, è vero: ma ogni volta che accade un divieto, ci penso. E' strano come le due tifoserie più calorose e che vivono il calcio alla stessa maniera, in modo viscerale dal lunedì alla domenica, finiranno probabilmente per non incontrarsi più: tanto simili, quanto distanti, proprio come il romanzo di Paolo Giordano "La solitudine dei numeri primi".

Eppure fino alla seconda metà degli anni ottanta le due tifoserie erano legate da un gemellaggio che forse non aveva eguali in Italia: "Il derby del Sole" che però si è rotto quando con l'arrivo di Maradona il Napoli ha cominciato ad insidiare alla Roma come 'paladino' contro le squadre del Nord, più ricche e forse più attrezzate.

Quando poi in azzurro arrivò l'ex laziale Bruno Giordano la situazione cominciò ad incirnarsi per poi rompersi definitivamente in un Roma-Napoli della stagione '86/'87. Già dallo scambio dei gagliardetti l'aria sembrava strana, una tensione che è esplosa quando dalla curva dei giallorossi si iniziano ad alzare dei cori contro Giordano, i napoletani rispondono offendendo il beniamino della Roma Bruno Conti.

Ma il momento di rottura esatto avviene l'anno successivo, sempre all'Olimpico, quando il Napoli torna lì da campione in carica ed i portacolori delle due tifoserie dopo lo scambio di saluti corrono verso le curve della tifoseria opposta: dai supporters azzurri, assiepati in Curva Nord, si urla "Roma, Roma" ma dall'altro lato invece i tifosi giallorossi non sono dello stesso avviso e non alzano cori in favore del Napoli, anzi il tifoso della Roma getta via lo stendardo azzurro.

Da quel momento in poi nonostante le due tifoserie vivano il calcio alla stessa maniera, con la stessa passione, non si incontreranno mai più. La disgraziata sera del 3 maggio quando Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ferito in viale di Tor di Quinto prima della finale di Coppa Italia del 2014 e morto dopo 53 giorni di agonia, viene colpito da un proiettile che poi si rivelerà essere stato sparato dal tifoso della Roma Daniele De Santis, ha segnato il momento di massimo odio, forse non solo sportivo, tra le due tifoserie.

In questa storia però la Juventus, rivale storica di entrambe le tifoserie (tutto torna) sembra aver riacceso la speranza di una riappacificazione che farebbe bene non solo al calcio ma a tutto il Sud. Gli 'scippi', a suon di clausole rescissorie di Higuain e Pjanic, ha aperto probabilmente gli occhi alla parte sana del tifo, che adesso chiede con un gruppo su Facebook in cui ci sono più di 10mila adesioni un ritorno al derby del sole sarebbe potuto durare una vita.