“Se durante una rissa qualcuno colpisce una donna incinta e questa partorisce…”. Esodo 22-23; Parte del capitolo “danni alle persone e relative sanzioni”.
L’aborto era è uno dei più gravi peccati, “non negoziabili”, secondo la Chiesa cattolica e la possibilità di essere “redenti” da un qualunque sacerdote, pone la volontà di Papa Bergoglio al centro di un dibattito non indifferente. Smuove, al tempo stesso, la Chiesa, ormai sorniona, e la pone sotto una luce completamente diversa. Nuova. Di colpo modernista. Per il Pontefice il peccato resta. È un peccato grave.
Si pone fine alla vita, ma in questa disperata tragedia si dà una nuova possibilità a chi ha sofferto. La Scomunica viene tolta. Cambia la stessa percezione della donna. Viene in lei riconosciuta la sofferenza, le ferite e la disperazione di un gesto misero.
È un gran passo avanti, che può dare vigore alla Chiesa, sperando in quella maturità cristiana assente da sempre. Ma potrebbe creare anche una spaccatura feroce, tra questo Papa venuto da lontano e quella parte di Chiesa arcaica, vecchia, conservatrice, ricca e opulenta. Sorda alle necessità di una comunità viva e in piena corsa. Togliere definitivamente quell’ostacolo che permetteva alla donna di riconciliarsi con se stessa e chiedere, al tempo stesso il perdono a Dio, vuol dire togliere parte di quel potere che ha sempre caratterizzato gli “intermediari” di Dio.
È un rischio. Di deflagrazione. Di sedimentazione.
Il rischio che la concretezza di Bergoglio possa sbattere, possa infrangersi sul muro di una chiesa ancora dispotica, imperiosa ed imperiale. Il rischio c’è perché c’è una determinazione nell’uomo venuto da lontano, che va oltre in merito alle decisioni di Pio IX, o delle encicliche del carismatico Wojtyla, di aprire la Chiesa e porla in quella allocazione che le spetta.
Un ulteriore grimaldello, pronto a scardinare un sistema ormai obsoleto.
Ma potrebbe delinearsi anche un rischio oggettivo, legato ad una società priva di valori, dove l’essere conservatori permette ancora una situazione di stabilità. Regole e comportamenti lontani dalla civiltà del terzo millennio, ma necessaria a mantenere forti i legami tra i componenti. Il rischio di una errata percezione della fede cattolica, strumentalizzata da un’ala fin troppo conservatrice potrebbe portare ad un depauperamento della Chiesa cattolica. Ma non siamo nel medioevo.