L'aborto è un diritto in Italia dal 1978 (legge 22 maggio, n.194), grazie alle norme sulla maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza. E' stato comunque oggetto di un acceso dibattito sull'etica e le conseguenze religiose riguardo la soppressione della vita umana. Il dilemma "feto non ancora sviluppato o già formato" è stata la principale preoccupazione della chiesa, e in particolare del diritto canonico. A questa discussione bioetica sembra aver messo definitivamente un punto fermo Papa Francesco con la massima : "L'aborto è un peccato grave, perchè pone fine a una vita innocente".

Perdono per chi procura aborto

Nella lettera apostolica "Misericordia e misera" pronunciata alla fine del Giubileo, Papa Francesco ha voluto dare un messaggio di speranza anche per chi in passato ha commesso "peccato di procurato aborto". Infatti il pontefice ha enunciato: "Concedo d'ora innanzi a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato d'aborto".

Il diritto canonico che si aggiorna

Grazie alle parole della Lettera apostolica in materia di aborto, pronunciate da Papa Francesco, anche il dettato del codice canonico deve essere aggiornato. Lo ha detto monsignor Rino Fisichella il quale ha ribadito che il Codice di diritto canonico deve essere aggiornato quando una disposizione del Papa si discosta dal dettato normativo canonico; di conseguenza l'articolo di riferimento deve essere modificato.

In concreto, questo significa che deve essere eliminata la scomunica latae sententiae, che prevede la scomunica ecclesiastica per chi procura aborto. Fino a questa modifica, l'art. 1398 del codice di diritto canonico ha previsto che la scomunica latae sententiae dovesse riguardare non solo la madre che aveva abortito, ma anche chi aveva direttamente o indirettamente procurato l'aborto stesso, considerato come omicidio volontario di un innocente (medici, infermieri o chiunque sostenga un aborto).

Eliminare questa scomunica significa che il perdono ecclesiastico viene esteso a tutti questi soggetti, perchè come ha sostenuto Fisichella: "il peccato riguarda tutti, e dunque anche il perdono è onnicomprensivo, riguarda tutti gli attori".