Nella puntata di ieri di XFactor 10, i daiana lou hanno comunicato la loro volontà di non proseguire la gara. La decisione è stata resa pubblica poco dopo la sfida contro Fem e Loomy per evitare l'eliminazione al ballottaggio. La motivazione presentata dalla coppia, inizialmente, è stata l'incapacità di provare sensazioni positive all'interno del programma (che possiamo benissimo chiamare stress mediatico). Risulta difficile non giustificare due persone che soffrono le luci del palcoscenico dopo che hanno passato una vita a suonare per le vie delle città.
L'ultima parte della dichiarazione pubblica dei Daiana Lou, però, è stata quella che ha suscitato più scalpore nel programma e tra i telespettatori. La frase oggetto di discussione, infatti, è stata: "Non si può partire dal ricordare un ragazzo (Cranio Randagio) per poi passare alla pubblicità di patatine...". Un attacco diretto, rapido, non senza giri di parole al format e alla Televisione in generale che qui approfondiremo.
Partecipare a XFactor: tra visibilità e compromessi
Bisogna innanzitutto chiarire una cosa: sarebbe folle non ammettere che chi si presenta a determinati show, non sia alla ricerca di visibilità. Quest'ultima è innegabilmente la priorità per qualunque artista, basti vedere alle audition coloro che si sono messi in gioco senza alcuna qualità (ovviamente scartati), e che ora hanno l'opportunità di presentarsi al post-show "StraFactor" con discreto successo.
La domanda rivolta da molti utenti social ai Daiana Lou è stata: "Ma voi, a XFactor, che ci siete venuti a fare quindi?". La risposta più corretta e autentica, oltre che vicina a quella del gruppo, è stata data dal giudice Manuel Agnelli: il loro è stato un salto nel vuoto, un balzo verso un mondo non conosciuto e che ora conoscono e rifiutano.
Certo, per alcuni bisogna essere "nati ieri" per non conoscere le insidie del mondo della televisione. Ovvio è, anche, che ci sono prospettive migliori del suonare in strada, e che la curiosità per altri palcoscenici non è mai troppa. Quello dei Daiana Lou si può definire un esperimento andato male, un tentativo di dare visibilità alla propria arte senza intaccare i canali con cui la esprimono: nel secondo obiettivo hanno fallito, mentre con il primo ci camperanno, anche se ora risulta complicato pensare ad un loro successo senza scomodare gli occhi della televisione.
Per rendersi visibili è inevitabile dover accettare dei compromessi: le telecamere sono puntate, tu devi saper proteggerti.
La logica televisiva: dal lutto alle patatine
Molti altri utenti hanno elogiato la critica rivolta al programma riguardo il passaggio dal memorial dedicato a Cranio Randagio alla pubblicità di patatine. Questa, per citare Manuel Agnelli, risulta essere una opinione di "conformismo da anticonformisti". Per carità, a nessuno può piacere la scelta, impossibile elogiarla, ma neanche criticarla. La televisione utilizza meccanismi complessi per i nostri sentimenti, ma altrettanto semplici per le nostre menti. Da una parte la nostra coscienza reputa immorale la visione di qualsiasi pubblicità dopo quella di un contenuto forte, che ci fa pensare ed entrare in connessione con lo schermo, dall'altra le accetta perché è a conoscenza del fatto che, senza pubblicità, il programma non può semplicemente trasmettere (come sottolineato da Fedez).
La critica dei Daiana Lou risulta quindi sterile, ricca di tante argomentazioni che possono essere trattate relativamente, poiché la televisione è diventata ormai da decenni un mondo a parte, con le sue regole, con le sue contraddizioni e i suoi compromessi.