La grandezza e l’estensione del patrimonio culturale italiano fanno paura. Benché la grande maggioranza dei turisti internazionali e italiani conoscano i grandi centri del turismo, Roma, Firenze e Venezia, pochi si rendono del tutto conto quante città italiane ebbero un impatto sulla Storia dell’Arte per il grande evento d'#Arte mondiale. Visitare città come Urbino, Mantova, Rimini e Ravenna sorprenderebbe molti e farebbe capire quanto dovevano essere ricche le Signorie italiane. Purtroppo i terremoti di quest’anno e poi le inondazioni che li hanno seguiti hanno sottolineato i rischi veri di perdere opere d’Arte importantissime.

La gloria dell'Arte

Girando le Marche e l’Emilia Romagna si incontrano importanti rocche, abbazie e cattedrali che sono la prova vera della potenza e ricchezza delle famiglie che vi regnavano. Erano conosciute e rispettate in tutta l’Europa fino alle invasioni francesi e spagnole e l’egemonia papale che pose fine all’epoca d’oro della cultura mondiale ricordata come ‘Rinascimento’. I Medici di Firenze sono giustamente lodati come mecenati, ma i Gonzaga,i D’Este,i Montefeltro e i Malatesta lasciarono a loro volta opere importanti che ora fanno parte della Storia dell’Arte e dei beni Culturali. Tristemente, la massa enorme di opere da conservare, restaurare e salvare dal furto è tale che l’Italia d’oggigiorno ha grandi problemi a trovare i fondi necessari.

I terremoti per via del terremoto in Centro Italia e le inondazioni nel Nord, proprio in tempo per il sessantesimo anniversario dell’inondazione di Firenze del 1966, hanno accentuato questo compito ingrato. Governi nazionali recenti consideravano la Cultura Il bonus cultura può essere richiesto un’attività che non portava soldi al paese e quindi ne hanno tagliato i fondi.

Per fortuna questo atteggiamento è cambiato e Dario Franceschini, l’attuale Ministro dei Beni Culturali, ha vinto importanti battaglie politiche per aumentare i fondi a disposizione per il suo dicastero, ma questi soldi non bastano

Patrimonio mondiale della Cultura

Secondo gli esperti, l’Italia ha il 70% del Patrimonio Culturale del mondo e questo trova conferma nel semplice fatto che sia il paese con più siti UNESCO di Patrimonio Culturale mondiale, con solo la Cina che ci si avvicina.

Per fortuna alcuni sponsor privati hanno fornito aiuti per progetti di alto profilo, ma ancora rimangono troppi luoghi con il rischio vero di perdere tesori a causa del logorio del tempo e strutture inadeguate per proteggere opere importanti.

È un problema da affrontare prima a livello europeo e poi e livello internazionale. Ci sono argomenti validi per fare classificare l’Italia come un Museo Mondiale e per coprire le mancanze di fondi creati semplicemente allo scopo enorme del compito. Inevitabilmente una proposta del genere attirerebbe critiche da altri paesi, ma una risposta semplice ed efficace sarebbe di chiedere a loro quanti dei tesori che fanno parte del loro patrimonio culturale, come l’Hermitage a Sanpietroburgo, il Louvre a Parigi e ogni grande museo e galleria d’Arte del mondo vengono dal Bel Paese.

L’Italia ha veramente dato l’Arte al mondo e non sempre in modo volontario purtroppo.

Non è un problema semplice da affrontare, economicamente e politicamente. Eppure un paese dove molto è ancora nascosto sotto terra e dove ogni importante progetto è a rischio vero di ritardi, oppure cancellazione a causa della possibile scoperta di resti sconosciuti e importanti tesori archeologici, non può essere solo nell’affrontare questa emergenza. La causa non risiede soltanto nei fallimenti della politica italiana del passato, ma dall’enormità di quel che già conosciamo e la consapevolezza che c’è ancora molto da scoprire per chissà quanto tempo nel futuro.

Non è un problema puramente italiano, ma una sfida internazionale. Arte e Cultura non hanno confini.