Eric Rochant l'autore per Canal Plus di questo espionnage ha creato un prodotto sentendo anche vecchi agenti dei servizi segreti francesi. Beh, se c'è una verosimiglianza tra la realtà odierna dei servizi francesi e queste prime puntate della serie "Le bureau - sotto copertura" , che Sky Atlantic sta trasmettendo - in Francia sembra si sia già alla produzione della terza serie - allora si capisce perché la Francia abbia subito tanti attentanti. Perché il tono della DGSE (direzione generale per i servizi esterni) il dipartimento dei servizi transalpini appare con un tono ed un ritmo un po' troppo Noir.
Al di là della meticolosità dei servizi sembra di essere più in un Fred Vargas che in una spy-story occidentale. Frutto forse della laicità francese che si riverbera anche sul controspionaggio... Guillaume Debailly (Malotru) interpretato da Mathieu Kassovitz ci appare un po' troppo naif come doppiogiochista inviato in Siria per creare fonti di indagine.
Anche nelle lentezza con cui si rende conto - con un sogno freudianamente rivelatore - che in realtà la sua amante Nadia El Mansour (Zineb Triki) è una spia e non una fedigrafa che cede al suo fascino. E Marina Loiseau (Phénomène) che viene inglobata in una rete scientifica di sismologi incaricati di studiare la crosta terrestre iraniana interpretata dalla bella Sara Girauderau?
Sembra una manquin capitata per sbaglio nella stanza delle riprese.
Forse la sola psicologa comportamentale Balmes (Léa Drucker) incaricata di stilare profili di agenti ed infiltrati ci appare come al suo posto. Ma la verosimiglianza dichiarata dalla produzione è un problema per chi la dichiara perché invece ai nostri occhi la resa della storia è ottima sia dal punto di vista dell'accattivante sceneggiatura, sia nei tempi mitteleuropei sia nella bravura degli attori. Ci piace la Francia per la sua diversità nella fattura di storie. Perché l'elemento letterario anche nelle spy-stories non si perde nella narrazione per immagini televisive. W la France,