I continui appelli di Papa Francesco alla fratellanza e al perdono ci invitano ogni giorno a riflettere sul nostro essere cristiani. Facciamo un breve viaggio meditando le parole che il Papa ha utilizzato nei suoi discorsi in questa ultima settimana.

La celebrazione nella cappella di Santa Marta

Lunedì scorso la preghiera e il saluto a padre Adolfo Nicolás Pachón in partenza per l'oriente, è stata l'occasione per rivolgere a tutti un invito ad amare il prossimo. Il vangelo del giorno su Caino e Abele ha indicato le linee del cammino di ogni essere umano: quello dell'odio o quello dell'amore.

Quando si decide come Caino di seguire il proprio istinto ci si abbandona a sentimenti di odio, gelosia, invidia e crescono le inimicizie. Si guarda agli altri come nemici da combattere e non fratelli da accettare, e questo atteggiamento riguarda tutti, anche i sacerdoti.

La missione e la speranza cristiana

Dove il cristiano trova l'insegnamento giusto per seguire Gesù? Nella parola di Dio. Parola che la Chiesa ha il dovere di far conoscere e proclamare con coraggio, franchezza e preghiera. Perchè la parola di Dio non può essere una proposta ma un invito a viverla. Solo se proclamata con franchezza formerà il popolo di Dio. Non è facile vivere come missionari di Dio, infatti Lui ha detto: "Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi".

Il papa ci ricorda le parole dell'apostolo Paolo che ci invita a vantarci solo della grazia e della fede che Dio ci dona. Il cristiano non può vantarsi delle proprie capacità ma accoglierle e usarle come dono di Dio e questo porta ad accogliere i fratelli e non a screditarli o a emarginarli.

L'appello a costruire la pace e finire la guerra

La parola di Dio sul diluvio universale e in particolare i simboli della pace che terminano questo racconto, sono l'occasione per un nuovo appello del Papa alla pace fra i popoli. Il traffico d'armi alimenta la guerra e ci impedisce di seguire l'esempio di Dio che dopo la colomba e l'arcobaleno, simboli fragili, ci ha dato un segno forte: l'alleanza.

Papa Francesco coglie l'occasione per raccontare un episodio della sua infanzia: la mamma fu chiamata da una vicina che le urlò piangendo "la guerra è finita" correndo ad abbracciarla. L'augurio è che anche oggi in tutto il mondo possa esserci lo stesso grido di felicità: "La guerra è finita".

L'appello alla pace durante la visita all'università di Roma 3

Durante la visita all'università degli studi il Papa ha dialogato con i giovani ringraziando per la solidarietà e il volontariato a cui molti di loro si dedicano e riprendendo il tema della giornata della pace sulla non violenza. "L'industria delle armi e gli interessi economici sono più importanti della morte e della sofferenza di tanti popoli e bambini?

-ha detto- Voi che frequentate la scuola fate in modo che vi sia una educazione alla sapienza nel senso pieno del termine. L'università sia sede di una cultura dell'incontro e dell'accoglienza di persone con diverse tradizioni e religioni. Nel frequentare l'università la mia forma mentis sta diventando più individualistica o più solidale? Se è più solidale state andando contro corrente ma nell'unica direzione giusta che dà futuro. Nel percorrere questo piccolo cammino di fede attraverso le parole del rappresentante di Cristo in terra possiamo riflettere sui nostri atteggiamenti cristiani ma soprattutto sulla nostra disponibilità all'accoglienza e al rifiuto della guerra".