Fino a poche ore fa, sul sito di una nota para farmacia emiliana, normalmente autorizzata dal Ministero della Salute, era possibile acquistare un prodotto omeopatico che sarebbe stato in grado di 'curare' pazienti con tendenze lesbiche. A riportare i fatti è stato il sito anti-bufale Butac, sollecitato dall'indignazione degli utenti. Il prodotto, tale DR. RECKEWEG R20, è ancora in vendita, ma la dicitura incriminata è stata opportunamente cancellata.

Il principio attivo 'miracoloso'

L'omeopatia è una pratica completamente priva di basi scientifiche, e gli effetti benefici che possono esserne ricavati, vengono -dalla comunità scientifica- attribuiti all'effetto placebo. Ma ciò che renderebbe questo prodotto particolarmente 'miracoloso', è il principio attivo dell'Ovaria, su cui si sa ben poco, se non che si tratti di un generale estratto ovarico, di origine, probabilmente, bovina.

L'annuncio del prodotto riportava, fino a poco fa, che l'Ovaria viene consigliata come rimedio per “irregolarità mestruali, disturbi del climaterio, deficit di memoria, depressione, disturbi funzionali delle ghiandole, complesso di inferiorità, impotenza, frigidità femminile, tendenze lesbiche, [...]”.

Sì, nel 2017, viene pubblicizzato un prodotto per 'curare' le tendenze lesbiche. Quando l'OMS ha depennato l'omosessualità dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali il 17 maggio 1990. 27 anni fa.

Ma il mondo dell'omeopatia, la cui efficacia è stata più volte smentita dalla scienza, non è nuovo a questo genere di esternazioni.

Storia dell'omeopatia che può curare l'omosessualità

Già nel 2011, infatti, l'associazione dei medici cattolici tedeschi (BKA) rese pubblica la messa a punto di una terapia rivolta ai gay e alle lesbiche che volevano sconfiggere la propria omosessualità.

La terapia consisteva in rimedi omeopatici, ovvero la somministrazione di globuli, piccole pillole a base quasi esclusiva di zucchero, uniti a psicoterapia e preghiera. I medici della BKA, con l'allora di direttore Gero Winkelmann, giustificavano la loro 'terapia' sulla base di "una folta letteratura letteratura medica e scientifica che conferma la tesi che l'omosessualità può essere curata".

Oltre "all'insegnamento della Chiesa cattolica, le Sacre Scritture e gli studi omeopatici di Samuel Hahnemann", il medico tedesco del diciannovesimo secolo, ritenuto padre pseudo-medicina conosciuta come omeopatia.

Ma le teorie che vogliono l'omeopatia come 'cura' per l'omosessualità, che non si sono fermate qui.

Risalgono al 2015 l'intervista di un prete messicano, tale Don Carlos Aguilera, che dichiarava: "l’omosessualità è una malattia, ma esistono delle cure omeopatiche che possono curarla con successo.

L’omeopatia aiuta a curare l’omosessualità, se la si usa soprattutto in età infantile e preadolescenziale."

La validità dell'omeopatia, però, non è mai stata dimostrata mediante esperimenti o ricerche. Anzi. Gli studi condotti in base ai principi della medicina ne hanno dimostrato l'inefficacia.

Le conseguenze: l'omofobia

La scienza ha più volte sottolineato e definitivamente sentenziato che l'omosessualità non è una malattia, o un disturbo. E senza patologia, non c'è bisogno di farmaci. Tuttavia, esiste un "malattia", come l'ha definita Emmanuele Jannini, sessuologo dell'Università di Tor Vegata di Roma e presidente della Società italiana di andrologia e medicina della sessualità, per cui non c'è farmaco omeopatico che regga: l'omofobia.

Solo pochi giorni fa, l'ultima aggressione ai danni di due giovanissimi ragazzi.

Lo scorso settembre, invece, è stata la volta di una giovane ragazza a Roma. Spesso, le vittime vengono aggredite con violenza, talvolta da richiedere un ricovero ospedaliero. Ma c'è anche chi non denuncia, chi non parla, chi non si accetta, e può veramente arrivare a credere di aver bisogno di un "farmaco". Per loro e per tutte le vittime discriminazioni in base all'orientamento sessuale e all'identità di genere: #stopomofobia.