Dopo la scissione all'interno del Partito Democratico, avvenuta di recente, con la formazione del nuovo Movimento Democratico e Progressista (MDP), il quadro politico italiano ha trovato maggiore chiarezza oltre che una speranza per il futuro. Tutti hanno sperato, noi compresi, fino all'ultimo minuto, che non si consumasse la rottura, sia per motivi affettivi, che per quelli squisitamente politici. L'attuale partito PD aveva in dote un bagaglio culturale politico, frutto di una sintesi puntuale, molto impegnativa, che ha consentito all'Italia del dopo guerra di diventare una delle prime nazioni al mondo, in tutti i settori.
La regia doveva quindi essere molto attenta, per garantire il proseguimento della vita del partito, con il coinvolgimento delle principali correnti interne di pensiero. Si è preferito scegliere una strada diversa, non adeguata, a nostro avviso, che inevitabilmente doveva portarci al punto dove ora ci troviamo.
Un nuovo centrosinistra
Alla luce delle impostazioni in atto, si spera nella costruzione di un nuovo centrosinistra allargato, che 'non è un vezzo lessicale, ma sostanza politica' come afferma Roberto Speranza, in grado di allearsi con forze democratiche di centro, oltre che con lo stesso PD. Si intravede una nuova strada, con più autonomia, da percorrere insieme. Si tratterà di recuperare, come ha più volte ripetuto lo stesso Roberto Speranza, quella parte del popolo PD, che si è allontanata, delusa dalla politica del Governo, poco incisiva, degli ultimi anni.
I diritti dei lavoratori sempre meno tutelati, hanno costretto una buona parte dell'elettorato all'astensione e/o l'approdo a nuovi lidi. Opportuna quindi allargare la base, con ampie aperture democratiche, per un nuovo centrosinistra, in grado di recepire le istanze, non solo quelle del PD, o del Lingotto, ma di tutto il popolo, anche di quelli che militano nell'opposizione democratica.
Nuovo progetto qualificato
Una buona ripartenza per la Sinistra, abbandonando la linea in atto del PD, molto autoreferenziale, e dando spazio alla meritocrazia. Detto in questo modo, sembrerebbe già tutto in regola per la ripartenza, invece non è così, perché è da ora che si deve cominciare tutto da capo. Partire dal progetto, mettendo al centro il Lavoro.
Tutto deve ruotare in quell'orbita. Al cittadino gli va offerta questa opportunità: il Lavoro, il resto poi, va tutto da se. Vi sono da tutelare, oltre il lavoro detto, la scuola, la sanità e le pensioni. Non servono i 'bonus' propaganda, anzi sono nocivi. Bisogna partire dalle spese, eliminando quelle che non servono al popolo, e per popolo intendo tutti i cittadini. Insomma bisogna ricominciare. Solo in questo modo ci si può rimisurare col prossimo futuro: eliminiamo la demagogia e pensiamo seriamente al nostro domani. Non bisogna aver paura della impopolarità di alcune azioni, se necessarie. Un discorso particolare merita il capitolo 'corruzione', poiché desta molta preoccupazione. Tanti altri sono gli argomenti da trattare, ma servono uomini e donne di Buona Volontà e di 'Buon Senso'.