Il tema della privacy accende sempre l'attenzione di ognuno di noi, dato che riguarda la nostra sfera più intima e personale, che desideriamo proteggere e salvaguardare il più possibile. Quindi venire a sapere, attraverso un comunicato di wikileaks, come riportato dal sito de "Il Fatto Quotidiano" del 7 marzo, che la Central Intelligence Agency ormai da diversi anni ha in piedi un programma per poter inserire nei nostri iPhone o tablet o addirittura nelle smart Tv dei malware con cui può ascoltare le nostre conversazioni mentre siamo comodamente seduti sul divano di casa nostra, non suscita soltanto indignazione, ma vero e proprio disgusto.

Anche perché tale abuso di potere viene perpetrato da un'Agenzia governativa degli Stati Uniti, che dovrebbero essere i paladini della democrazia e della libertà. Oltretutto, non dimentichiamo che il precedente Presidente statunitense, Barack Obama, è stato insignito del Premio Nobel per la Pace. E considerando la struttura del potere negli Stati Uniti, dove al vertice e in ultima istanza c'è sempre il Presidente, è ovvio che, anche se non conoscesse tutti i dettagli, dovesse quanto meno essere informato di un programma del genere.

Riflessioni di questo tipo inducono a dubitare profondamente della volontà dell'amministrazione della più grande potenza mondiale di stabilire rapporti con gli altri paesi su basi di reciproca fiducia.

Inducono a cattivi pensieri anche nei confronti della nostra stessa amministrazione statale, in quanto non è possibile credere che programmi di questo tipo non siano stati utilizzati anche con il beneplacito del nostro Governo. Ma dato che ormai la notizia è venuta fuori, sicuramente è doveroso aspettarsi delle reazioni e, come minimo, delle richieste di chiarimenti.

Ciò che invece inquieta molto di più noi, cittadini comuni, è un altro interrogativo:

Tutelare la nostra privacy è ancora possibile, o è solo utopia?

Le norme a tutela della vita privata non mancano certamente, anzi, come tutti sappiamo, abbiamo un'Autorità Garante della Privacy che ha il compito di vigilare a tutti i livelli - pubblici e privati - per salvaguardare questo bene immateriale sempre più prezioso.

Purtroppo i fatti di questi giorni stanno a dimostrare che, in nome della Ragion di Stato, poiché presumibilmente questa sarà la prima giustificazione che verrà data per simili comportamenti, si possono calpestare impunemente i più sacrosanti diritti delle persone.

Non solo, ma estremizzando il ragionamento, si può arrivare a pensare che se si mette sotto le scarpe il diritto alla privacy di milioni di persone comuni e non di criminali o terroristi, allora si possono violare impunemente tutti gli altri diritti come, ad esempio, quello alla libertà di circolazione, alla libertà di opinione, alla libertà di riunione o di manifestazione. Per tali motivi è evidente che molto di più e in maniera più penetrante debba essere fatto sia a livello normativo nazionale che internazionale, per evitare che simili abusi si ripetano.

Difficile credere che possa avvenire, ma è doveroso evidenziarlo.

La domanda più preoccupante, infine, e alla quale volutamente non vogliamo dare risposta, è: la democrazia è ancora viva o, purtroppo, è solo un bel concetto da utilizzare a proprio uso e consumo quando ne sorge la necessità? Lasciamo che ognuno risponda a se stesso.