Che dal recente G7 tenutosi a Lucca per discutere della 'questione siriana' non ci si potesse aspettare qualcosa di sostanzialmente nuovo, era facilmente intuibile, anche perché, come ci è stato opportunamente ricordato, sedi simili “non sono deliberanti”.

#Scongiurare la «barbarie»

Eppure, se «su quanto» di orribilmente grave accaduto in Siria (l'uso a Idlib di armi chimiche contro persone inermi, compresi dei bambini) non sembrano esservi dubbi, questi a nostro avviso rimangono invece tutti sul tappeto in ordine al «chi» ne sia stato effettivamente responsabile.

Sorgono così almeno un paio di domande spontanee: 1) perché fidarsi ciecamente di fonti americane, e non chiedere invece che una delegazione internazionale, sovranazionale e quindi 'super partes', accertasse sul posto il «realmente accaduto in ogni suo aspetto», e nella fattispecie la possibilità tutt'altro che peregrina che i bombardamenti aerei di Damasco abbiano colpito, in modo mirato o meno, un deposito di armi chimiche in mano ai 'ribelli'? 2) è plausibile che Bashar al-Assad, certamente un dittatore feroce e sanguinario che ha inflitto molteplici terribili sofferenze al suo stesso popolo, ma che tuttavia non manca certo di lucidità e calcolo politici, si sia lasciato andare ad un'azione sì eclatante e sconsideratamente spregevole proprio nel momento in cui, grazie al supporto decisivo della Russia e dei tradizionali alleati sciiti, stava volgendo a proprio favore il conflitto, riuscendo in tal modo, almeno per ora, a 'rimanere in sella'?

#Urgenza di «credibili organismi sovranazionali»

Sappiamo bene che tali domande sono state scavalcate dalla fulminea, e a nostro avviso non meno sconsiderata, 'rappresaglia' di «America First», la quale, evidentemente, non vedeva l'ora di tornare a mostrare i muscoli al mondo intero, peraltro - si vocifera - lanciando in tal modo un monito a nuora (la Siria) perché suocera (la Corea del Nord) intenda.

Ed eccoci così catapultati di nuovo all'interno di scenari inquietanti, ove baluginano non più conflitti locali e (sempre meno) circoscritti, ma si allunga addirittura l'ombra nera e terrifica di un conflitto mondiale, con tanto di potenziale escalation nucleare. Come antidoto non si può, dapprima, che tornare alla memoria storica, la Storia ancor sempre Magistra Vitae.

Appello alla memoria breve. Ci siamo già dimenticati dei famigerati falsi dossier fabbricati dagli americani sulle armi chimiche in possesso di Saddam e Gheddafi, potenti «fake news» in nome delle quali si è destabilizzata buona parte del Medio Oriente, «destabilizzazione» le cui 'pesantissime ricadute' (migrazioni massicce e diffusi attentati terroristici) hanno gravato e continuano a gravare in primis sull'Europa intera? Monito: prima di partire in quarta appresso a «chi alza di più la voce, magari amplificandola ad hoc mediaticamente», è sempre buona norma, in rapporto a qualunque evento, chiedersi: cui prodest? Appello alla memoria lunga. Nel 1941, in piena «barbarie mondiale», non fu concepito solo il luminoso Manifesto di Ventotene, preludio ad un'Europa Federata (sul quale ci siamo già più volte soffermati), ma venne stipulata anche la Carta Atlantica (fra il presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt e il primo ministro britannico Winston Churchill), passo fondamentale per la creazione dell'ONU (1945).

Monito: solo tornando a dare piena dignità e credibilità politiche ad «organismi sovranazionali» quali l'ONU e l'UE (ma se ne nascessero altri animati da nobili intenzioni sarebbero certo i benvenuti!), dotandoli di tutti gli strumenti necessari onde effettuare ragionevoli, autorevoli ed effettuali «mediazioni degli inevitabili conflitti d'interesse particolaristici insorgenti nel mondo», sarà possibile cominciare a diradare le nubi oscure e minacciose che si vanno addensando all'orizzonte, e iniziare davvero a gettare le basi di un pianeta finalmente pacificato.