Si è concluso oggi il G7 di Lucca, dove si sono riuniti i ministri degli Affari Esteri di Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti e Canada e, in via del tutto straordinaria, anche i ministri di Turchia, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Giordania e Qatar.
L’ordine del giorno dell'incontro del 10 e 11 aprile è stato sconvolto dai recenti avvenimenti accaduti in Siria e perciò la discussione si è incentrata sulla soluzione da adottare e sulle sanzioni da comminare a Siria e Russia. Ma nessun accordo è stato raggiunto. Unico punto concorde, riferisce il Ministro degli Esteri italiano, Angelino Alfano, è che la soluzione del conflitto deve essere solo ed esclusivamente politica, una soluzione che coinvolga maggiormente la Russia, per evitare ulteriori scontri militari.
Jean-Marc Ayrault, Ministro degli Esteri francese, è molto più drastico riguardo la soluzione da adottare e ritiene che sia impossibile trovare un accordo con Assad al potere. Insomma, il summit a Lucca sembra essersi concluso in un nulla di fatto, ma Alfano sottolinea che il G7 ovviamente «non è una sede deliberante».
Scontri con la polizia a Lucca e mancato accordo anche a Roma
Il G7 si è svolto, ancora una volta, in un clima non del tutto pacifico al di fuori del Palazzo Ducale: nella giornata del 10 aprile, infatti, intorno alle ore 18, alcuni manifestanti, muniti di reti metalliche, hanno provato a varcare le mura della città, per raggiungere il luogo dove erano riuniti i ministri degli Affari Esteri, dando così inizio agli scontri con la polizia.
La colluttazione è avvenuta in maniera piuttosto violenta e sembrano esservi feriti sia fra gli Agenti di Polizia che fra i 200 attivisti coinvolti, alcuni dei quali però, per non essere identificati, hanno preferito fuggire e non recarsi in ospedale.
Il quadro, poco rassicurante, del G7 di Lucca, tra scontri e mancati accordi, era stato, tra l’altro, preceduto da un altro mancato accordo al G7 di Roma, svoltosi nelle giornate del 9 e 10 aprile.
Anche il summit sull’Energia, infatti, si è concluso con un nulla di fatto: nessuna dichiarazione congiunta sui cambiamenti climatici, come ha dichiarato il Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, che ha presieduto l’incontro. La causa del mancato accordo deve riferirsi alla posizione degli Stati Uniti, che dichiarano di trovarsi in un "processo di revisione" che riguarda in particolar modo la loro politica sulla lotta al cambiamento climatico e l'accordo di Parigi (primo accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima mondiale, ndr).
Il cambiamento di rotta degli USA non stupisce, considerata la posizione di Trump riguardo l’ambiente, spesso manifestata durante la sua campagna elettorale, ma di certo il passo indietro della potenza americana non è stato bene accolto dall’Europa. Adesso bisognerà attendere le successive evoluzioni della vicenda.