Negata la richiesta di una nuova perizia sul Dna. La sentenza della Corte d'assise d'appello di Brescia conferma l'ergastolo per Massimo Giuseppe Bossetti. I legali del carpentiere hanno preannunciato il ricorso in Cassazione.

I dubbi sulla cosiddetta prova regina

Il Dna di Bossetti è stato identificato tra i 22.450 profili raccolti durante le indagini. Esso corrisponderebbe alla traccia di Dna trovata sugli slip e sui pantaloni di Yara Gambirasio. La difesa di Bossetti contesta il risultato delle analisi in quanto la parte mitocondriale del Dna non coincide con quella nucleare (il Dna mitocondriale indica la linea materna e permette di risalire a un gruppo familiare, quello nucleare, composto in misura identica da contributo materno e paterno, identifica un individuo).

Il Dna nucleare di Bossetti contiene un Dna mitocondriale di un’altra persona e non esiste, sulla scena del crimine, traccia di Dna nucleare di questo (nuovo) ignoto né Dna mitocondriale di Bossetti. Inoltre, il Dna nucleare di Bossetti è stato ritenuto “fresco”. Sorgono quindi degli interrogativi:

  • Come è possibile che, unitamente ad un Dna nucleare fresco, non vi sia anche la parte di corredo genetico mitocondriale?
  • Come è possibile che tanti mesi dopo l’omicidio, il Dna nucleare sia così ben conservato, se gli agenti atmosferici hanno distrutto quello mitocondriale?

La spiegazione di Peter Gill

Il genetista di Oslo (uno dei massimi esperti di Dna al mondo) Peter Gill, ha rivisitato la definizione del termine “traccia di Dna”.

La traccia di Dna è un campione che può essere associato sia all’evento (quindi al crimine) ma che può anche essere stato trasferito prima del crimine (trasferimento innocente) o successivamente ad esso. Secondo Gill quindi, esiste una netta differenza tra l’identità di un profilo e l’attività del suo trasferimento. È necessario prendere in considerazione due diverse questioni:

  • Ci sono delle prove che supportano un incontro con l'imputato?
  • Come è stata trasmessa la prova?

L'analisi del profilo di Dna risponde solo alla prima domanda e non può essere utilizzato per fornire delle prove.

In relazione al secondo quesito, i modi alternativi di trasferimento di Dna sono i seguenti:

  • Trasferimento primario (il contatto diretto con un oggetto o una persona)
  • Trasferimento secondario (indiretto o “contatto innocente”, che non è legato al crimine)
  • Contaminazione da laboratorio

La prova del Dna da molti viene vista come una sorta di “prova divina” in quanto il codice genetico rappresenterebbe la “targa unica” di ogni essere vivente.

In realtà ciò è vero solo nella misura in cui vi è la possibilità di analizzare l'intero patrimonio genetico contenuto nella cellula. Ciò non è stato possibile nel caso di Massimo Giuseppe Bossetti e Yara Gambirasio a causa delle contaminazioni e per l’esiguità del materiale raccolto. Proprio per questo motivo, lo stesso valore della prova genetica perde la sua certezza.