Del caso Yara Gambirasio si è parlato anche troppo senza trovare una via d'uscita, almeno fino a quando le indagini non hanno portato ad accusare Andrea bossetti, definito dall'accusa un maniaco sessuale ed incastrato dalla prova del DNA. Dopo 15 ore di processo la corte ha confermato l'ergastolo per l'operaio respingendo la richiesta del suo avvocato di ripetere l'esame genetico. Si è giunti finalmente ad una conclusione? Sembrerebbe proprio di no, dal momento che l'accusato ricorrerà alla cassazione e continua a dichiararsi innocente. Ma vediamo di chiarire le motivazioni che hanno portato il PM a prendere questa decisione.

In primo grado sentenza corretta

Il giudice, nel confermare l'accusa, ha ribadito l'incontestabilità della sentenza di Giugno e la correttezza dell'esame fatto sul DNA. Non ci sarà dunque la superperizia richiesta da Bossetti, nessuna possibilità dunque di dimostrare una volta per tutte la propria innocenza oppure la propria colpevolezza. Intanto mentre l'accusato piange in aula, i legali dello stesso preparano l'ultimo ricorso da presentare alla cassazione tuonando parole forti come "oggi la giustizia ha perso in un processo lungo e pieno di controsensi".

Una persona ambigua con una vita moralmente discutibile

Un passato fatto di tradimenti e intrighi familiari, questa è la vita di Andrea Bossetti ma non solo.

Quello che, unito alla prova del DNA, ha fatto scattare i sospetti su di lui sono state le testimonianze dei conoscenti dell'operaio che lo hanno dipinto come un bugiardo e una persona deviata. Inoltre sono state ritrovati nel PC dell'indagato video pedo-pornografici. Insomma una serie di elementi che hanno rafforzato la tesi dell'accusa a tal punto che per i legali di Bossetti è diventato davvero difficile difendere il proprio assistito.

Sentenza giusta o di comodo?

Intanto l'opinione pubblica è spaccata. La maggior parte delle persone è contenta del risultato della sentenza e spera che l'ergastolo venga confermato anche in caso di ricorso. Esiste, tuttavia, un nutrito gruppo di dubbiosi che non è convinta della colpevolezza di Bossetti e ritiene che gli si sarebbe dovuto dare il diritto di difesa anziché emettere una sentenza di facciata che individua un capro espiatorio allo scopo anche di giustificare i milioni di euro spesi per i test genetici sul DNA.

Insomma questo caso complesso farà parlare ancora a lungo di se e continuerà a spaccare colpevolisti e scettici. Presto sapremo la decisione definitiva sperando di non scoprire tra anni che un altro innocente è finito in carcere.